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Normative
05 Giugno 2025 - 21:34
Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza, molte delle disposizioni contenute nel testo sono ora legge, suscitando proteste da parte delle opposizioni e di diverse associazioni. Tra le modifiche più controverse ci sono quelle che riguardano la cannabis light, la varietà di canapa con basso contenuto di THC, che fino a oggi non era considerata una sostanza stupefacente.
Il nuovo quadro normativo vieta quasi totalmente la vendita, la lavorazione e il consumo delle infiorescenze di cannabis light, incluse quelle essiccate o triturate, così come gli oli e gli estratti derivati da questa pianta. L’unica attività permessa è la coltivazione industriale della canapa per usi specifici previsti dalla legge, oltre alla produzione agricola di semi per scopi leciti.
L’obiettivo dichiarato del decreto è quello di impedire che il consumo di cannabis light possa causare alterazioni psicofisiche tali da compromettere la sicurezza pubblica o stradale. Inoltre, viene modificata una normativa del 2016 che promuoveva la coltivazione della canapa, limitandone l’applicazione esclusivamente alla filiera industriale.
La normativa proibisce l’importazione, la vendita, la lavorazione, la distribuzione, il trasporto e il consumo delle infiorescenze di cannabis light. In pratica, non è più possibile né acquistare né vendere né detenere per uso personale queste parti della pianta, nonostante non abbiano effetti psicoattivi rilevanti e non siano comparabili alla cannabis ad alto contenuto di THC.
Il divieto si estende anche ai prodotti derivati come oli, estratti e resine. Tuttavia, restano esclusi i semi per usi consentiti, e la coltivazione per fini industriali come la produzione tessile rimane legale.
Chi viola queste disposizioni rischia pesanti conseguenze: le sanzioni previste sono quelle già esistenti per reati legati agli stupefacenti. Questo significa che la produzione, il traffico o la detenzione illecita di cannabis light possono essere puniti con multe che variano da 26.000 a 260.000 euro, oltre a pene detentive che possono andare da sei fino a vent’anni di carcere, sebbene per casi minori la pena possa essere ridotta.
Inoltre, la nuova legge inasprisce le pene per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze, prevedendo fino a vent’anni di reclusione per chi guida o finanzia tali organizzazioni e almeno dieci anni per i membri. Anche chi facilita il consumo di queste sostanze rischia sanzioni severe, come la sospensione della patente fino a tre anni. Inoltre, chi acquista o riceve cannabis light per uso personale può subire la sospensione della patente.
Le pene diventano ancora più severe se la sostanza viene ceduta a minorenni o in prossimità di scuole, ospedali o carceri, equiparando la cannabis light alle sostanze stupefacenti tradizionali sotto ogni aspetto.
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