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Decreto Sicurezza: stop quasi totale alla cannabis light, cosa cambia davvero

Con l’entrata in vigore della nuova legge, vietate vendita, consumo e lavorazione delle infiorescenze di canapa a basso THC. Pesanti sanzioni per chi non rispetta i divieti.

Decreto Sicurezza: stop quasi totale alla cannabis light, cosa cambia davvero

Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza, molte delle disposizioni contenute nel testo sono ora legge, suscitando proteste da parte delle opposizioni e di diverse associazioni. Tra le modifiche più controverse ci sono quelle che riguardano la cannabis light, la varietà di canapa con basso contenuto di THC, che fino a oggi non era considerata una sostanza stupefacente.

Il nuovo quadro normativo vieta quasi totalmente la vendita, la lavorazione e il consumo delle infiorescenze di cannabis light, incluse quelle essiccate o triturate, così come gli oli e gli estratti derivati da questa pianta. L’unica attività permessa è la coltivazione industriale della canapa per usi specifici previsti dalla legge, oltre alla produzione agricola di semi per scopi leciti.

L’obiettivo dichiarato del decreto è quello di impedire che il consumo di cannabis light possa causare alterazioni psicofisiche tali da compromettere la sicurezza pubblica o stradale. Inoltre, viene modificata una normativa del 2016 che promuoveva la coltivazione della canapa, limitandone l’applicazione esclusivamente alla filiera industriale.

Cos'è vietato fare con la cannabis light

La normativa proibisce l’importazione, la vendita, la lavorazione, la distribuzione, il trasporto e il consumo delle infiorescenze di cannabis light. In pratica, non è più possibile né acquistarevenderedetenere per uso personale queste parti della pianta, nonostante non abbiano effetti psicoattivi rilevanti e non siano comparabili alla cannabis ad alto contenuto di THC.

Il divieto si estende anche ai prodotti derivati come oli, estratti e resine. Tuttavia, restano esclusi i semi per usi consentiti, e la coltivazione per fini industriali come la produzione tessile rimane legale.

Le sanzioni previste per chi infrange le nuove regole

Chi viola queste disposizioni rischia pesanti conseguenze: le sanzioni previste sono quelle già esistenti per reati legati agli stupefacenti. Questo significa che la produzione, il traffico o la detenzione illecita di cannabis light possono essere puniti con multe che variano da 26.000 a 260.000 euro, oltre a pene detentive che possono andare da sei fino a vent’anni di carcere, sebbene per casi minori la pena possa essere ridotta.

Inoltre, la nuova legge inasprisce le pene per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze, prevedendo fino a vent’anni di reclusione per chi guida o finanzia tali organizzazioni e almeno dieci anni per i membri. Anche chi facilita il consumo di queste sostanze rischia sanzioni severe, come la sospensione della patente fino a tre anni. Inoltre, chi acquista o riceve cannabis light per uso personale può subire la sospensione della patente.

Le pene diventano ancora più severe se la sostanza viene ceduta a minorenni o in prossimità di scuole, ospedali o carceri, equiparando la cannabis light alle sostanze stupefacenti tradizionali sotto ogni aspetto.

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