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Allarme scabbia a Ivrea: sospetto focolaio in una RSA

A Ivrea, un possibile focolaio di scabbia solleva dubbi e preoccupazioni, farmacie in affanno per le richieste di Scabianil Crema

Scabbia a Ivrea: un'epidemia silenziosa tra incertezze e responsabilità collettiva

Immagine di repertorio

Ivrea, un'intera RSA potrebbe essere stata colpita da un focolaio di scabbia. La notizia, sebbene non confermata ufficialmente, si diffonde tra operatori sanitari e familiari degli ospiti, sollevando preoccupazioni e interrogativi. Secondo le voci che circolano, il contagio sarebbe partito da un paziente dimesso dall'ospedale di Ivrea, che avrebbe inconsapevolmente portato l'infestazione all'interno della struttura. In un ambiente chiuso e ad alta densità di contatto come una residenza per anziani, la scabbia si sarebbe diffusa rapidamente tra ospiti e personale. Tuttavia, i dermatologi interpellati mantengono un cauto riserbo, affermando di non poter confermare l'esistenza di un focolaio.

Perché un caso di scabbia venga formalmente registrato, è necessaria la segnalazione al SISP (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) dell'Asl To4. Senza questa comunicazione, l'azienda sanitaria non dispone di elementi per intervenire o commentare. Di fatto, se nessuno denuncia, il fenomeno resta sotto traccia e ufficialmente non esiste. Tuttavia, un segnale che qualcosa stia accadendo arriva dalle farmacie di Ivrea, dove si registra un picco anomalo nelle vendite di Scabianil Crema, il principale farmaco per il trattamento della scabbia. "In una settimana ne abbiamo venduti più tubetti che negli ultimi due mesi", racconta un farmacista eporediese, testimoniando una domanda in aumento.

A complicare ulteriormente la situazione a Ivrea è la mancanza di un dermatologo presso l'Asl To4, costringendo chi ha bisogno di una visita specialistica a rivolgersi al privato. Questo rappresenta una difficoltà oggettiva, soprattutto per anziani e famiglie a basso reddito. In altre parole, una patologia infettiva e contagiosa rischia di diventare un lusso, se affrontata attraverso i canali ufficiali. Parlare, informare e segnalare sono azioni fondamentali per prevenire la diffusione della scabbia. È importante sottolineare che la scabbia non è una vergogna, né è legata alla scarsa igiene. Può colpire chiunque, ovunque, anche negli ambienti più puliti.



La scabbia è causata da un acaro, il Sarcoptes scabiei, che si trasmette attraverso il contatto diretto prolungato con una persona infetta o tramite indumenti e biancheria contaminati. Il sintomo più caratteristico è un prurito intenso, soprattutto notturno, accompagnato da lesioni cutanee. Il problema è che i sintomi possono comparire anche settimane dopo il contagio, durante le quali l'infestato può già trasmettere la malattia ad altri. Il trattamento prevede l'uso di una crema a base di permetrina al 5%, ma richiede anche che conviventi e contatti stretti vengano trattati, oltre a una rigorosa igiene degli indumenti e della biancheria. Solo due giorni fa, avevamo già parlato dell'allarmante aumento dei casi di questo parassita della pelle in Italia. Ora ne arriva la conferma, più vicina di quanto si potesse pensare.

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