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La decisione
13 Giugno 2025 - 00:45
Dopo oltre un decennio di divieto, la Banca Mondiale ha annunciato una svolta nella sua politica energetica, dichiarando che inizierà a sostenere e finanziare progetti legati all'energia nucleare. Fino al 2013, l'istituzione aveva fermamente evitato qualsiasi coinvolgimento in questo settore, ma il nuovo piano, presentato dal presidente Ajay Banga, punta a rispondere alla crescente domanda globale di energia sostenibile, senza ricorrere ai combustibili fossili, principali responsabili del riscaldamento globale.
La decisione arriva in un momento in cui molti paesi in via di sviluppo, che da anni chiedono la possibilità di costruire centrali nucleari per diversificare le proprie fonti energetiche, si trovano ad affrontare un divario sempre più ampio tra le loro esigenze energetiche e le risorse disponibili. Sebbene l'idea fosse sempre stata osteggiata da nazioni come la Germania, che ritenevano troppo rischioso affidare a paesi con capacità tecnologiche limitate la gestione di impianti nucleari, gli incidenti di Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima avevano consolidato questa visione cautelativa.
Nel 2011, dopo il disastro di Fukushima in Giappone, la Banca Mondiale aveva ulteriormente inasprito le sue politiche, riducendo le opportunità di finanziamento per i progetti nucleari, che richiedono enormi investimenti a lungo termine. Tuttavia, con l’aumento della domanda di energia elettrica e la necessità di ridurre le emissioni inquinanti, il nucleare è diventato una componente considerata essenziale nel "mix energetico", soprattutto se integrato con fonti rinnovabili come solare, eolico e idroelettrico.
Nel 2023, durante la Conferenza sul clima di Dubai, un gruppo di nazioni ha firmato un impegno a triplicare la produzione di energia nucleare entro il 2050. In seguito, anche altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e il governo tedesco, hanno appoggiato l’idea di rivedere le regole relative al finanziamento del nucleare. La pressione internazionale, in particolare da parte degli Stati Uniti, il principale investitore nella Banca Mondiale, ha portato a questo storico cambiamento di approccio.
Il settore nucleare è ora in fermento, non solo per il rinnovato interesse da parte dei governi, ma anche grazie alle innovazioni tecnologiche in fase di sviluppo. I reattori di nuova generazione, progettati per essere più piccoli, economici e sicuri, potrebbero rivoluzionare l'industria, riducendo i tempi di costruzione e migliorando la gestione dei rifiuti radioattivi. Tuttavia, i tempi per il loro sviluppo rimangono ancora incerti, e si attendono i risultati dei primi reattori dimostrativi per valutare l'efficacia delle nuove tecnologie.
Fino a oggi, senza il supporto della Banca Mondiale, i paesi in via di sviluppo avevano dovuto rivolgersi a potenze come la Russia e la Cina per realizzare impianti nucleari, spesso accettando contratti di lunga durata che aumentavano l'influenza geopolitica di questi paesi. La riapertura ai finanziamenti nucleari da parte della Banca Mondiale potrebbe ridurre questa dipendenza, ma anche introdurre nuove dinamiche nell'intero settore energetico globale.
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