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Le indagini

Garlasco, spunta la pista dei due assassini, e l'arma del delitto potrebbe essere stata più di una

Le ferite presenti sul corpo di Chiara e la loro varietà potrebbe indicare l’utilizzo di più strumenti

Garlasco, spunta la pista dei due assassini, e l'arma del delitto potrebbe essere stata più di una

Chiara Poggi

Continuano le nuove indagini per far luce sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, con la Procura di Pavia che sta sondando un'altra pista. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Chiara potrebbe essere stata assassinata da due persone, che avrebbero utilizzato più di un’arma. L’ipotesi è emersa dopo la rilettura degli atti dell’inchiesta originale e l’esame dell’autopsia, depositata nel novembre 2007 dal medico legale Marco Ballardini. L’autopsia ha rivelato ferite da taglio e lesioni compatibili con pugni, elementi che suggeriscono una dinamica di aggressione più complessa rispetto a quanto emerso inizialmente.

Gli investigatori hanno ora ipotizzato che Chiara si trovasse di fronte a più di un aggressore la mattina del 13 agosto 2007, quando fu uccisa. Nonostante le numerose indagini, l’arma del delitto non è mai stata ritrovata, e già all’epoca Ballardini non escludeva l’utilizzo di più strumenti. Le sue osservazioni suggerivano che una delle ferite, in particolare quelle riscontrate sulle palpebre superiori di Chiara, fosse stata causata da un oggetto sottile e affilato, come un coltello o una punta acuminata, che aveva strisciato sulla pelle in modo superficiale.

Le ferite presenti sul corpo di Chiara, infatti, non permettono di individuare con certezza l’arma del delitto, ma la loro varietà indica l’utilizzo di più strumenti. Questa evidenza ha portato gli inquirenti a sospettare la presenza di una seconda persona sul luogo del crimine, con Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco, che figura come un possibile complice. Un’importante traccia è l’impronta 33 che sarebbe stata lasciata dal palmo destro dell’indagato, non insanguinata. La difesa di Sempio ha sostenuto che tale traccia sia legata al fatto che l’uomo frequentava la villetta di via Pascoli, ma la sua posizione rimane ancora al centro delle indagini.

Per fare luce su quanto accaduto, il Ris di Cagliari sta ricostruendo tridimensionalmente la casa di Chiara per confrontarla con le precedenti relazioni, inclusa quella del Ris di Parma del 2007 e la perizia dell’Appello bis. Due anomalie nella scena del crimine sono state segnalate nelle precedenti analisi: le tre piccole gocce di sangue davanti al divano, che potrebbero indicare una fase iniziale dell’aggressione, e le tracce di sangue rinvenute tra il terzo e il quarto gradino delle scale che portano alla cantina, dove il corpo di Chiara è stato poi gettato. Le macchie di sangue su questi gradini potrebbero suggerire che l’assassino si sia spostato verso la tavernetta per continuare l’aggressione.

Gli inquirenti esamineranno anche una traccia ematica isolata sulla parete tra il terzo e il quarto gradino delle scale, che potrebbe confermare la teoria che l’assassino abbia continuato a colpire Chiara dopo averla fatta scivolare lungo le scale. L’evidenza di un’aggressione prolungata potrebbe essere cruciale per ricostruire gli ultimi momenti di vita della giovane e per identificare con maggiore certezza i responsabili di questo crimine.

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