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La decisione
18 Giugno 2025 - 14:35
La Commissione Europea affila le armi contro il tabacco e punta dritto sul portafoglio dei consumatori. È allo studio una profonda revisione della Direttiva sulle accise, con aumenti che si preannunciano storici: +139% per le sigarette, +258% per il tabacco da arrotolare e un clamoroso +1.090% per i sigari. Anche i prodotti alternativi come le sigarette elettroniche, il tabacco riscaldato e le bustine di nicotina sarebbero colpiti da rincari pesanti, accompagnati da una nuova imposta sul tabacco greggio.
L’iniziativa, guidata dal Commissario olandese Wopke Hoekstra, mira a una tassazione armonizzata in tutta l’Unione Europea, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il consumo e tutelare la salute pubblica. Ma le reazioni non si sono fatte attendere, soprattutto in Italia, dove la misura rischia di colpire duramente un comparto che vale oltre 2 miliardi di export l’anno, di cui più di 800 milioni solo in prodotti destinati al mercato europeo.
Secondo le prime stime, l’aumento delle accise potrebbe far lievitare l’inflazione di oltre mezzo punto percentuale nel solo settore del tabacco. Per i fumatori italiani, l’impatto sarebbe immediato: un euro in più per ogni pacchetto, sia esso di sigarette tradizionali o riscaldate. Sarebbe il rincaro più alto mai registrato, in aperto contrasto con la linea del governo italiano, orientata alla stabilità fiscale e alla difesa delle filiere produttive nazionali.
Non solo economia. La misura solleva dubbi anche in termini di equità: mentre si chiede agli altri Paesi di adeguarsi, l’Olanda – patria del Commissario promotore – manterrebbe le attuali aliquote. Un’anomalia che fa discutere e mette in discussione la coerenza dell’intervento.
Intanto, si alzano gli scudi delle associazioni industriali, agricole e sindacali: il provvedimento, denunciano, potrebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e miliardi di investimenti. Sullo sfondo, il timore concreto di un’impennata del contrabbando. Se l’Italia oggi registra uno dei tassi più bassi d’Europa (1,8%), l’esperienza francese – con il 38% di sigarette vendute illegalmente – dimostra come l’aumento delle imposte possa alimentare i traffici illeciti anziché combatterli.
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