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ENERGIA
17 Giugno 2025 - 17:45
Nel 2024, mentre 17 Paesi dell’Eurozona hanno registrato un calo nei costi dell’energia, le famiglie italiane continuano a fare i conti con bollette tra le più care d’Europa. Solo la Germania presenta costi superiori. A certificarlo è l’Arera, l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, che nella sua relazione annuale ha tracciato un quadro poco rassicurante per i consumatori italiani. Il documento, l’ultimo firmato dal collegio presieduto da Stefano Besseghini, è stato trasmesso a Parlamento e governo.
Durante la presentazione ufficiale, tenutasi presso i Gruppi parlamentari, Besseghini ha sottolineato l’urgenza di un doppio intervento: da un lato servono strategie strutturali per il futuro, ma dall’altro è indispensabile agire subito per spingere la transizione verso modelli più sostenibili, sia sul fronte produttivo che su quello dei consumi. Il presidente ha anche accolto con favore il ritorno del tema nucleare nel dibattito pubblico, considerandolo un passaggio utile nella riflessione energetica nazionale.
Nel raffronto con i principali Paesi europei, l’Italia si colloca al secondo posto per il costo dell’energia elettrica domestica: 35,70 centesimi per kilowattora, a fronte dei 41,13 centesimi della Germania. Seguono Francia (28,03) e Spagna (26,26). Anche escludendo imposte e oneri di sistema, l’Italia resta ben al di sopra della media dell’Eurozona, con un differenziale del +14%.
Il nodo principale che mantiene elevata la spesa degli italiani riguarda la fiscalità. Sebbene siano scesi i costi legati all’energia e alla rete, le imposte sono aumentate sensibilmente nel 2024, con un +28% che ha vanificato i benefici generati dalle altre componenti. L’Italia vanta così il peso fiscale più alto dell’intera Unione Europea in bolletta, con un +51% rispetto alla Francia, +36% sulla Spagna e +18% sopra la media dei Paesi dell’euro.
Analizzando le fasce di consumo, emerge che l’Italia risulta meno cara della Germania solo nella classe DE, riservata a consumi superiori ai 15.000 kWh annui — una fascia che rappresenta appena il 2% dell’utenza domestica. Per tutte le altre categorie, l’Italia resta più costosa sia della Francia che della Spagna. Particolarmente significativo lo scarto nella fascia DD (tra 5.000 e 15.000 kWh), dove i consumatori italiani pagano il 37% in più rispetto agli spagnoli.
Anche sul versante del gas, il trend non è favorevole. Dopo un 2023 di relativa tregua, nel 2024 il prezzo medio per i consumatori domestici in Italia è aumentato del 15,1%, arrivando a 13,1 centesimi per kWh. Un valore che supera la media UE del 5,3%. Peggio fanno solo Paesi Bassi e Portogallo, mentre le bollette restano significativamente più leggere in Paesi come Ungheria (2,88) e Croazia (4,62).
Il ritorno alla normalità fiscale ha influito pesantemente sulle tariffe. Dopo la fine degli interventi straordinari adottati nel 2023 — come l’IVA al 5% e la sospensione degli oneri di sistema — la componente fiscale è tornata a pesare: da zero a 3,2 centesimi per kilowattora. A questo si aggiunge l’aumento dei costi di rete, che hanno superato i 3 centesimi. L’effetto complessivo per le famiglie è un rincaro netto, che riporta l’Italia ai vertici della classifica europea delle bollette più salate.
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