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Il veliero Bayesian riaffiora dopo dieci mesi

Completato il recupero dell’imbarcazione affondata a Porticello, lo yacht sarà analizzato per fare luce sull’inchiesta

Il veliero Bayesian riaffiora dopo dieci mesi

Dopo dieci mesi dal naufragio, il veliero Bayesian, affondato nelle acque di Porticello nella notte del 19 agosto dello scorso anno, è stato finalmente riportato in superficie. Le operazioni di recupero, affidate alle gru Hebo Lift 10 e Hebo Lift 2, si sono concluse nella mattinata di ieri, 21 giugno, con l’estrazione completa dello scafo dal mare, rendendolo visibile per la prima volta da quando era colato a picco.

Già nella giornata precedente, l’imbarcazione era stata parzialmente sollevata per consentire l’inserimento di ulteriori cavi necessari al sollevamento definitivo. Una volta emerso, lo yacht è stato sistemato su una piattaforma d’acciaio appositamente predisposta nel porto di Termini Imerese, dove resterà a disposizione della Procura e del consulente tecnico nominato dall’accusa, Alessandro Biriaco.

Le autorità ritengono che ogni singolo elemento presente a bordo del Bayesian possa rivelarsi cruciale per far luce sulle cause dell'affondamento. Per questo motivo, l’intero veliero sarà sottoposto a un'attenta ispezione da parte dei periti della Procura e del personale della Capitaneria di Porto. Tuttavia, prima di poter accedere all'interno della nave, sarà necessario attendere circa due settimane per completare le operazioni di decontaminazione, indispensabili per scongiurare la presenza di eventuali sostanze tossiche o gas pericolosi all'interno dello scafo.

Le prime analisi potranno iniziare non appena lo yacht sarà definitivamente sistemato all’interno della struttura predisposta a Termini Imerese. Sarà in questa fase che i tecnici potranno cominciare a raccogliere gli elementi utili all'inchiesta.

A descrivere l’intervento di recupero come particolarmente delicato è stato Marcus Cave, direttore della società TMC Marine, incaricata delle operazioni. Cave ha spiegato che il sollevamento è stato eseguito secondo un piano graduale e meticoloso, con l’obiettivo prioritario di garantire la sicurezza di tutto il personale coinvolto e di minimizzare qualunque rischio per l’ambiente marino. All’operazione hanno preso parte circa sessanta persone e l’intervento ha comportato un investimento superiore ai 25 milioni di euro.

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