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Sicurezza, degrado e povertà

Barriera di Milano: basta passerelle di politici, ora serve agire

E' necessaria un'azione politica incisiva e integrativa per garantire sicurezza duratura

Barriera di Milano: basta passerelle di politici, ora serve agire

Ci risiamo. La violenza a Barriera di Milano non è mai cessata. E a poco servono le passerelle di questo o quel politico per cambiare le cose. Passerelle sono, e passerelle restano. Chi ci mette una pezza sono carabinieri (nell’ultimo caso) e polizia. Ma, questo giornale lo ripete da sempre, il caso Barriera di Milano (come quello di altri quartieri cittadini) non lo si risolve solo ed esclusivamente affidandolo alle forze dell’ordine. Queste fanno ciò che possono e lo fanno bene. Ma il quartiere non può essere militarizzato 24 ore su 24. Serve una politica efficace riguardo le periferie della città, distanti anni luce dai salotti buoni del centro, della Crocetta o della collina.

Ma chi si sente tranquillo perché vive in una zona apparentemente elegante e protetta, non deve farsi illusioni, perché la malavita (italiana e straniera) può sconfinare e dilagare ovunque. Pertanto o si attuano politiche efficaci di integrazione e si offrono servizi funzionali nelle periferie, oppure le cose resteranno quelle che sono o peggioreranno. Un ragionamento, questo, che non è di destra o di sinistra, tant’è che i primi a farlo sono proprio poliziotti e carabinieri attraverso i loro sindacati. Sono concetti espressi in passato da questori e prefetti che negli anni si sono succeduti a Torino. Nonostante gli appelli, però, la politica è stata ferma, non attuando ciò che avrebbe dovuto fare. Una questione di risorse? Anche. Tuttavia, una politica incisiva sul territorio periferico, non è mai stata realizzata con particolare convinzione, e ciò che vediamo nelle strade (come la banda dei rapinatori in monopattino) non ci stupisce. Sono decenni che le cose stanno così.

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