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salute
23 Giugno 2025 - 13:50
Con l’arrivo dell’estate e l’apertura di piscine pubbliche, private e alberghiere in tutta Italia, torna anche il rischio — spesso sottovalutato — di intossicazione da cloro. Un pericolo concreto, come dimostra il recente caso di Roma, dove cinque bambini sono rimasti intossicati in una piscina privata a causa di una fuoriuscita anomala di cloro. Uno di loro è ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Umberto I, con gravi conseguenze respiratorie e potenziali danni neurologici.
L’allarme è scattato quando l’acqua della piscina ha cominciato a cambiare colore, diventando giallastra. I bambini hanno accusato bruciore agli occhi, tosse, irritazioni cutanee e difficoltà respiratorie. Purtroppo, i sintomi dell’intossicazione da cloro possono evolversi in pochi minuti e, se non trattati, avere conseguenze molto gravi.
Il cloro è una sostanza ampiamente usata per disinfettare l’acqua e mantenere le piscine sicure. In dosi controllate è innocuo, ma in forme chimiche concentrate — come ipoclorito di sodio o acido tricloroisocianurico — può produrre vapori tossici. La situazione si complica ulteriormente se il cloro viene mescolato per errore con altri prodotti chimici: si genera cloro gassoso, una sostanza altamente corrosiva per le vie respiratorie.
I sintomi più comuni di un’intossicazione da cloro includono:
Cosa fare (e cosa non fare):
In ospedale, i medici valuteranno il danno con radiografie, broncoscopie e test ematici, intervenendo con ossigeno, farmaci cortisonici e fluidi. Nei casi più seri si può ricorrere alla ventilazione meccanica.
I soggetti più vulnerabili sono bambini, anziani e persone fragili. Una esposizione anche breve può causare complicazioni respiratorie importanti, come nel caso romano. “Le ustioni alle vie aeree possono comparire dopo pochissimi minuti”, avverte il professor Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale.
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