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24 Giugno 2025 - 11:13
Il 16 giugno è passato e, come accade ogni anno, non tutti sono riusciti a rispettare la scadenza per il versamento dell’acconto IMU. Tra distrazioni, imprevisti o semplicemente confusione tra le troppe date fiscali, può capitare di dimenticare un appuntamento importante con il Fisco. Fortunatamente, la legge prevede una via d’uscita che consente di mettersi in regola anche dopo la scadenza, senza subire sanzioni eccessive: si tratta del cosiddetto ravvedimento operoso, uno strumento pensato proprio per chi paga in ritardo ma intende sanare la propria posizione spontaneamente.
L’Imposta Municipale Unica (IMU) non si applica indistintamente a tutti gli immobili. È dovuta dai proprietari di seconde case, di immobili destinati ad attività commerciali, industriali o produttive, di aree edificabili e di terreni agricoli, con alcune eccezioni specifiche. Devono versarla anche i concessionari di beni demaniali e i locatari in leasing. Sono invece escluse dall’imposta le abitazioni principali, a meno che non si tratti di immobili di pregio appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. In questi casi, l’IMU si paga, ma con una detrazione standard di 200 euro.
Come si calcola l'acconto
L’acconto IMU per il 2025 corrisponde al 50% dell’importo totale dovuto sull’anno, calcolato di norma utilizzando le aliquote stabilite dal Comune per il 2024. L’eventuale conguaglio sarà effettuato a dicembre, sulla base delle aliquote 2025. Tuttavia, se il Comune ha già approvato e pubblicato online le nuove aliquote con la procedura digitale prevista dal Dipartimento delle Finanze, è possibile utilizzarle anche per l’acconto. Il calcolo parte dalla rendita catastale dell’immobile, che va rivalutata del 5% e moltiplicata per un coefficiente stabilito in base alla categoria catastale. L’importo ottenuto va poi moltiplicato per l’aliquota comunale.
Modalità di pagamento
Il pagamento può essere effettuato con il modello F24, anche in modalità telematica, oppure tramite bollettino postale, se previsto dal Comune, sul conto corrente intestato a “Pagamento IMU”. Per evitare errori di calcolo, molti Comuni mettono a disposizione sui propri siti istituzionali dei simulatori online che aiutano a determinare con precisione l’importo da versare.
Chi ha saltato la scadenza del 16 giugno ha la possibilità di regolarizzare il pagamento nei giorni successivi, grazie al ravvedimento operoso. Si tratta di una procedura che prevede sanzioni ridotte, proporzionali al ritardo. Nei primi 14 giorni dalla scadenza (quindi fino al 30 giugno), la sanzione è pari allo 0,083% per ogni giorno di ritardo, a cui si aggiunge un interesse legale dello 0,23% annuo. Dal 15° al 30° giorno (cioè dal 1° al 15 luglio), la sanzione diventa fissa e sale all’1,25%. Se il pagamento avviene tra il 16 luglio e i 90 giorni successivi alla scadenza, la sanzione è dell’1,39%. Più si attende, quindi, maggiore sarà l’aggravio economico.
Il ravvedimento operoso rappresenta una via semplice e poco onerosa per rimediare a un mancato pagamento, evitando così di incorrere in sanzioni più pesanti o accertamenti futuri. Intervenire tempestivamente consente non solo di limitare i costi, ma anche di chiudere la questione in modo rapido e senza complicazioni. Una finestra di opportunità da cogliere il prima possibile.
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