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Medio Oriente
25 Giugno 2025 - 07:05
Nel cuore della notte, un post su Truth ha fermato le bombe. Donald Trump ha annunciato il cessate il fuoco tra Iran e Israele, e contro ogni previsione la tregua ha retto. Una vittoria, a sentire entrambe le parti in conflitto: Teheran celebra la fine della “guerra imposta dei 12 giorni”, mentre Benjamin Netanyahu parla di “una vittoria storica destinata a durare generazioni”. Ma l’eco dei raid è ancora nell’aria e la pace resta appesa al filo sottile della diplomazia.
Dietro il fragile silenzio delle armi c’è un intervento deciso del tycoon americano, che ha richiamato all’ordine sia Teheran che Tel Aviv. Prima del suo volo verso il vertice NATO all’Aja, Trump ha strigliato entrambi: “Non sono soddisfatto né dell’Iran né di Israele. Due Paesi che combattono da così tanto da non sapere più cosa stanno facendo”. Poi l’affondo: “Si devono dare una calmata”.
Netanyahu è stato il bersaglio diretto della sfuriata, nonostante il sostegno americano nei raid contro tre siti nucleari iraniani. “Non mi è piaciuto che Israele abbia colpito dopo l’accordo. E la rappresaglia è stata esagerata: era solo un razzo, e nemmeno atterrato”, ha tuonato Trump, riferendosi a un missile iraniano lanciato poco prima della tregua che ha causato quattro vittime a Beer Sheva.
Masud Pezeshkian, neopresidente iraniano, ha rivendicato il ritorno alla trattativa, ribadendo però il diritto dell’Iran al proprio programma nucleare. Netanyahu, dal canto suo, ha rassicurato sul rispetto del cessate il fuoco, ma solo “finché anche l’altra parte lo rispetterà”. Intanto, Israele ha annunciato la riapertura di scuole, uffici e traffico aereo, proclamando il ritorno alla normalità.
La tregua ha tenuto anche grazie alla pressione esercitata da Washington. Secondo fonti della Casa Bianca, la telefonata tra Trump e Netanyahu è stata “eccezionalmente ferma e diretta”. Risultato: tutti gli aerei israeliani sono tornati alle basi. “Nessuno sarà ferito, il cessate il fuoco è in vigore!”, ha proclamato trionfante Trump.
Il capitolo nucleare resta sospeso: Trump vuole riaprire il tavolo, ma l’uranio arricchito sarebbe già stato messo al sicuro prima dei raid. Intanto, all’Aja, l’ex presidente si prepara al vertice NATO con spirito più disteso: “Nella peggiore delle ipotesi, sarà più tranquillo di quanto appena vissuto”.
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