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Cronaca internazionale

Ha 22 anni, nessuna esperienza ed è alla guida dell'antiterrorismo negli USA: ecco chi è Thomas Fugate

Fresco di laurea in Scienze Politiche, prima della nomina ha lavorato nei supermercati e fatto volontariato nella campagna MAGA

Ha 22 anni, nessuna esperienza ed è alla guida dell'antiterrorismo negli USA: ecco chi è Thomas Fugate

Negli Stati Uniti, dove cresce l’attenzione per possibili minacce terroristiche legate al conflitto in Medio Oriente, a far discutere non è soltanto il quadro internazionale e le azioni e parole discutibili del presidente Trump ma anche una scelta interna dell’amministrazione: alla guida di un programma chiave per la prevenzione del terrorismo interno è stato nominato un ragazzo di appena 22 anni, senza alcuna esperienza diretta in materia.

Thomas Fugate, originario del Texas e fresco di laurea in Scienze Politiche, è il nuovo direttore del Center for Prevention Programs and Partnerships (CP3), organismo del Dipartimento della Sicurezza Nazionale incaricato di individuare e contrastare precocemente fenomeni di radicalizzazione. Un ruolo delicato, che in passato era stato affidato a figure con un profilo tecnico e anni di esperienza nel settore.

La carriera di Fugate è cominciata lontano dalle stanze dei centri di sicurezza. Prima di dedicarsi alla politica, ha lavorato nei reparti di manutenzione del verde e nei supermercati, per poi approdare – da volontario – nella campagna elettorale di Donald Trump. Il suo attivismo nel movimento “MAGA” e la partecipazione a tirocini parlamentari presso deputati repubblicani gli hanno aperto le porte della politica federale, fino alla recente – e controversa – promozione.

Il CP3, lanciato nel 2021 durante l’amministrazione Biden per rafforzare la risposta federale alle minacce estremiste interne, ha subìto un ridimensionamento sotto l’attuale governo. Budget tagliati, meno personale, e ora anche una guida inesperta.

La nomina di Fugate ha suscitato perplessità tanto negli ambienti democratici quanto tra esperti di sicurezza: secondo molti, si tratta di una scelta dettata più da fedeltà politica che da criteri di competenza. E mentre nel mondo si alza la tensione, gli Stati Uniti si affidano a un volto nuovo, ma privo del bagaglio tecnico per gestire un settore tanto critico.

Una mossa che, se da un lato riflette la volontà dell’amministrazione di premiare la lealtà e la fiducia nelle nuove generazioni, dall’altro apre interrogativi sulla direzione futura della strategia americana in materia di sicurezza interna.

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