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Il caso
30 Giugno 2025 - 11:25
Immagine di repertorio
Un’attività funebre che si presentava come rispettosa dell’ambiente si è trasformata in un incubo macabro. Jon Hallford, co-proprietario della "Return to Nature Funeral Home" a Penrose, Colorado, è stato condannato a 20 anni di prigione per una serie di crimini scioccanti. In un capannone infestato da insetti e con un odore insopportabile, gli investigatori hanno trovato 190 cadaveri in decomposizione, accatastati l’uno sull’altro, mentre alle famiglie in lutto venivano consegnate urne piene di cemento al posto delle ceneri dei propri cari.
L’operazione, avviata con la promessa di sepolture ecologiche e prive di sostanze chimiche, si è rivelata una truffa devastante. Le indagini hanno svelato che Hallford aveva raccolto oltre 130.000 dollari dalle famiglie, senza mai fornire i servizi funebri promessi. Al suo arresto, aveva giustificato l’operato dicendo di praticare la tassidermia, una dichiarazione che ha provocato sdegno tra i presenti.
A questa condanna si aggiunge una seconda, che riguarda truffe su fondi federali, con l’illecito incasso di quasi 900.000 dollari destinati alle piccole imprese durante la pandemia. I soldi, secondo i procuratori, sono stati spesi in beni di lusso, tra cui auto SUV e criptovalute. La pena di Hallford, superiore a quella richiesta dall'accusa, è stata inflitta dal giudice Nina Wang, che ha parlato di "un caso che va oltre la frode ordinaria", sottolineando il danno emotivo irreparabile per le vittime.
Hallford dovrà affrontare anche un processo per abuso di cadavere a livello statale, con la moglie, Carie Hallford, che dovrà rispondere di accuse simili. La sentenza è prevista per il 22 agosto, e nel frattempo il caso continua a suscitare scalpore e indignazione.
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