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Clima
02 Luglio 2025 - 16:30
La Commissione Europea conferma la sua determinazione nella lotta ai cambiamenti climatici, proponendo un emendamento alla legge sul clima che fissa un nuovo, impegnativo obiettivo: una riduzione netta delle emissioni climalteranti del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. Questo target intermedio, se approvato, intensificherebbe il percorso dell'Unione Europea verso la neutralità climatica entro il 2050.
Il nuovo obiettivo implica una sfida notevole. Se la riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 (sempre rispetto al 1990) verrà raggiunta in quarant'anni, i successivi dieci anni (2030-2040) richiederanno una diminuzione aggiuntiva del 35%. Questa fase riguarderà la decarbonizzazione dei settori più complessi da "ripulire", quelli dove la riduzione delle emissioni è tecnologicamente ed economicamente più ardua.
Nonostante la (presunta) unità sugli obiettivi finali, gli Stati membri mostrano divisioni significative sul percorso da intraprendere. Come spiegato dal premier belga Bart De Wever, alcuni Paesi optano per una traiettoria più cauta e non incrementale, citando la non sempre immediata disponibilità o la praticabilità economica delle tecnologie necessarie. Altri, invece, spingono per riduzioni incrementali, confidando che l'evoluzione tecnologica si adatterà alla domanda di energia pulita.
Per facilitare il raggiungimento del target al 2040, verranno introdotte alcune flessibilità, tra cui il possibile utilizzo di crediti di carbonio internazionali fino a un massimo del 3%. Tuttavia, un alto funzionario ha precisato che "occorreranno anni per generare questi crediti nel tempo, crediti che dovranno rispettare i requisiti che fisseremo nella nostra legislazione. Non compreremo crediti carbonici a basso prezzo". Al momento, la Commissione non ha ancora calcolato l'esatto ammontare di tonnellate di emissioni da eliminare.
Viene inoltre confermato che l'energia nucleare "giocherà un ruolo" nel raggiungimento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni al 2050. Sebbene la sua percentuale potrebbe essere inferiore alle previsioni iniziali, l'aumento significativo della domanda di energia elettrica richiederà una maggiore generazione di energia atomica rispetto a oggi, dato che il nucleare non produce emissioni climalteranti.
La Commissione sostiene di aver stabilito questo ambizioso target dopo una "dettagliata valutazione di impatto", ma non ha ancora fornito dettagli specifici sui costi previsti, né in termini di posti di lavoro (persi e creati) né dal punto di vista puramente contabile. È già chiaro, tuttavia, che i metodi di rimozione dell'anidride carbonica, sia naturali che industriali, assumeranno un ruolo "sempre più importante" e dovranno "aumentare in modo significativo" entro il 2040. La Commissione ha assicurato che le future proposte legislative per le politiche energetiche e climatiche post-2030 "terranno conto dell'equità, della neutralità tecnologica e dell'efficienza in termini di costi".
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