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Il dato

Gli studenti italiani sono i più “secchioni” del mondo: 9 ore di compiti a settimana

Subito dietro, con un impegno comunque significativo, ci sono gli studenti irlandesi, mentre al terzo posto si collocano gli statunitensi

Gli studenti italiani sono i più “secchioni” del mondo: 9 ore di compiti a settimana

Altro che Giappone, Corea o Cina. I campioni mondiali di ore passate sui libri sono i quindicenni italiani. A rivelarlo è una recente indagine dell’OCSE, che ribalta il luogo comune secondo cui la disciplina scolastica appartiene soprattutto ai paesi asiatici.

Secondo i dati raccolti, gli studenti italiani di 15 anni dedicano in media quasi 9 ore settimanali allo studio a casa, piazzandosi al primo posto nella classifica globale. Subito dietro, con un impegno comunque significativo, ci sono gli studenti irlandesi, mentre al terzo posto si collocano gli statunitensi.

E l’Asia? Contrariamente alle aspettative, i giovani giapponesi si fermano a 3,8 ore settimanali di compiti a casa, mentre in Corea del Sud la media è addirittura più bassa: 2,9 ore. Dati che spiazzano, se si pensa al rigore e alla competitività associati da sempre ai sistemi educativi orientali.

Il dato italiano sorprende, ma solleva anche interrogativi. Studiare di più significa davvero imparare meglio? O, al contrario, carichi eccessivi di studio rischiano di aumentare lo stress e ridurre l’efficacia dell’apprendimento? In molti si interrogano anche sull’equilibrio tra scuola e vita privata, in un’età – quella dei quindicenni – già delicata e cruciale per la crescita.

L’OCSE non entra nel merito della qualità dell’istruzione, ma il rapporto evidenzia con chiarezza un tratto distintivo della scuola italiana: l’alto numero di compiti da svolgere a casa, segno di una didattica che punta ancora molto sull’autonomia individuale fuori dall’aula.

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