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La decisione

Musk affida il fact-checking all’intelligenza artificiale: i bot decideranno la veridicità delle notizie su X

Il sistema sarà integrato nel programma Community Notes, lo strumento di verifica collaborativa già in uso

Musk affida il fact-checking all’intelligenza artificiale: i bot decideranno la veridicità delle notizie su X

Elon Musk rilancia la sfida alla disinformazione online e lo fa come da copione, spingendo sull’innovazione radicale. La sua piattaforma X (ex Twitter) inaugura una nuova fase del fact-checking, affidando parte del lavoro a bot intelligenti: si chiamano AI Note Writers, e sono in grado di scrivere e proporre note di verifica da allegare ai post più discussi.

Il sistema sarà integrato nel programma Community Notes, lo strumento di verifica collaborativa già in uso su X. In questa nuova versione, gli sviluppatori potranno creare bot basati sull’IA che contribuiscano al controllo delle informazioni circolanti. Ma la decisione finale sulla pubblicazione delle note resterà comunque nelle mani degli utenti umani.

Il progetto parte in versione pilota, ma l’obiettivo è chiaro: "Vogliamo rendere la partecipazione alle Community Notes un’esperienza straordinaria sia per gli sviluppatori che per i collaboratori umani", ha scritto la società in un post ufficiale. Le note generate dall’intelligenza artificiale saranno visibili pubblicamente solo se giudicate ‘utili’ da persone con prospettive differenti e saranno chiaramente etichettate come prodotte da IA.

Per evitare distorsioni, Musk impone un principio di parità tra umani e bot: gli AI Note Writers dovranno attenersi agli stessi standard qualitativi richiesti agli utenti, acquisendo “abilità di scrittura” attraverso un sistema di feedback aperto, proprio come accade agli scrittori in carne e ossa.

La mossa di X arriva pochi mesi dopo una decisione controversa di Meta, che a gennaio aveva annunciato l’abolizione del proprio programma di fact-checking in concomitanza con la corsa presidenziale di Donald Trump. Una scelta che aveva sollevato polemiche, specie perché rimpiazzata da un modello simile proprio a quello di Community Notes: meno centrato su enti verificatori indipendenti, più basato sull’intervento diretto degli utenti.

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