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L'emergenza
07 Luglio 2025 - 17:00
Nonostante la fine delle lezioni per molti, le scuole italiane sono tutt'altro che vuote. Tra esami orali, il "Piano Estate" e la presenza di personale amministrativo, migliaia di persone continuano a frequentare gli edifici scolastici. E il problema principale che si trovano ad affrontare è il caldo insopportabile. Questa situazione è particolarmente grave per i bambini dei nidi, come dimostra la petizione lanciata a Milano da un gruppo di genitori per denunciare la mancanza di sistemi di raffreddamento nelle aule.
Se fino a poco tempo fa si riusciva a gestire l'ondata di calore con soluzioni temporanee, le temperature attuali hanno reso la situazione drammatica. I dati di Cittadinanzattiva rivelano un quadro sconfortante: su oltre 61.000 edifici scolastici censiti in Italia, solo il 6% (circa 3.967) dispone di condizionatori. Un dato ancora più preoccupante è che per oltre la metà delle strutture (52,95%), l'assenza di impianti di raffreddamento è certificata, mentre per un altro 40,6% i dati non sono disponibili.
Complessivamente, questo significa che il 93,5% delle scuole italiane non garantisce alcuna forma di climatizzazione a studenti e personale.
Analizzando la situazione regione per regione, si notano forti disparità. Le Marche si distinguono per la maggiore presenza di impianti di condizionamento/ventilazione (26,4%), seguite a distanza da Sardegna (15,7%), Veneto (9,7%), Emilia-Romagna (7,8%), Valle d’Aosta (7,7%), Calabria e Liguria (6,6%), e Lombardia (6,4%).
La maglia nera, purtroppo, va al Lazio, con un misero 1,6% di scuole dotate di sistemi di raffreddamento. Tradotto in numeri, si passa dai 502 impianti presenti nelle Marche ai soli 79 nella regione della capitale. Questa "fotografia in bianco e nero" rischia seriamente di compromettere il sistema educativo durante i mesi estivi. Basti pensare che in Francia le autorità hanno già chiuso 1.900 scuole in 18 dipartimenti per tutelare il benessere degli studenti.
Nel capoluogo milanese, il disagio è particolarmente sentito, come dimostra la denuncia di un gruppo di genitori. Il problema, infatti, sarebbe sempre più insostenibile sia negli asili nido che nelle scuole dell'infanzia comunali. Come si legge nella petizione, «con l'arrivo dell'estate, e in particolare nei mesi di giugno e luglio, le temperature nelle aule raggiungono livelli intollerabili, trasformando gli ambienti scolastici in vere e proprie serre».
I bambini, essendo molto piccoli e più vulnerabili, ne risentono pesantemente: sudano in continuazione, sono spossati, dormono male, e alcuni arrivano persino ad avere la febbre a fine giornata. Anche il personale educativo, sottolineano i genitori, è costretto a lavorare in «condizioni estremamente difficili, con ricadute inevitabili sul benessere generale e sulla qualità del servizio».
Per i genitori è inaccettabile che nel 2025 i bambini della scuola pubblica siano costretti a sopportare il caldo estremo senza alcuna protezione. La loro richiesta è chiara e urgente: che le istituzioni intervengano al più presto, «dotando le strutture di adeguati sistemi di raffrescamento, almeno nelle aule e negli spazi dedicati al riposo», anziché ignorare il problema o rimandarlo con vaghe promesse.
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