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11 Luglio 2025 - 16:15
Foto di repertorio
Il decreto Infrastrutture è pronto per la conversione in legge, con l'approvazione della Camera che ha visto 141 voti favorevoli e 59 contrari. Ora manca solo il via libera del Senato, previsto entro il 20 luglio, senza ulteriori modifiche. Tra le misure più discusse, il rinvio del divieto di circolazione per le auto diesel Euro 5 nelle Regioni del Nord, la mappatura degli autovelox, il destino del Ponte sullo Stretto e le nuove regole per la stagione balneare. Nel frattempo, il governo ha fatto un passo indietro sulla proposta di rialzo dei pedaggi autostradali, scatenando un acceso dibattito interno.
Una delle novità più rilevanti riguarda la mappatura degli autovelox. A seguito delle modifiche approvate alla Camera, i Comuni saranno obbligati a dichiarare e censire al ministero dei Trasporti tutti i dispositivi usati per accertare le violazioni dei limiti di velocità. Senza questa procedura, gli autovelox non potranno essere utilizzati. La proposta, promossa dalla Lega, mira a contrastare quello che è stato definito “autovelox per fare cassa”. Tuttavia, restano aperti alcuni interrogativi, inoltre, la recente sentenza della Cassazione che ha invalidato multe basate su autovelox non omologati rimane senza una risposta chiara nel decreto.
Un altro punto cruciale riguarda il blocco delle auto diesel Euro 5. Originariamente previsto per il 1° ottobre 2025, il divieto di circolazione nelle regioni del Nord Italia (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto) è stato rinviato di un anno, al 1° ottobre 2026. Inoltre, non riguarderà più tutti i Comuni con oltre 30.000 abitanti, ma solo quelli con più di 100.000. Le Regioni interessate avranno anche la possibilità di non applicare il blocco se adotteranno piani alternativi per migliorare la qualità dell’aria, un’emendamento promosso dalla Lega che mira a evitare disagi economici e sociali, ma che rischia di rallentare gli obiettivi europei per la riduzione delle emissioni.
Il ponte sullo stretto di Messina è un altro tema centrale del decreto. La società Stretto di Messina, incaricata della costruzione del ponte, acquisirà il titolo di “stazione appaltante qualificata”, un passo fondamentale per accelerare i lavori. Questo le consentirà di gestire autonomamente gli appalti, mentre rimarrà il controllo dell’Autorità Anticorruzione. Un'importante modifica che ha suscitato discussioni riguarda la mancata inclusione di una norma che avrebbe alleggerito i controlli antimafia, sollevando preoccupazioni anche a livello istituzionale.
Un’altra novità riguarda la stagione balneare, che non sarà più uniforme su tutto il territorio nazionale. Ora, ogni Regione avrà la possibilità di decidere quando iniziare e terminare la stagione, con un margine di una settimana in più o in meno rispetto alle date tradizionali. Questo permetterà di adattare la stagione alle specifiche esigenze del territorio, rendendo la gestione delle spiagge più flessibile, ma anche potenzialmente più complicata.
Infine, la tanto discussa proposta di aumento dei pedaggi autostradali è stata esclusa dal decreto. Il centrodestra aveva avanzato un emendamento che prevedeva un aumento di un euro ogni mille chilometri percorsi, a partire dal 1° agosto, una misura che sarebbe stata probabilmente scaricata sui consumatori attraverso l’aumento dei pedaggi. Dopo le polemiche, l’emendamento è stato definitivamente bocciato.
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