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Ambiente

Popilla Japonica minaccia il vino piemontese: richiesti interventi urgenti alla Regione

Il consigliere Avetta denuncia l’emergenza nelle vigne del Canavese: a rischio l’Erbaluce di Caluso DOCG e l’economia enoturistica locale

Popilla Japonica minaccia il vino piemontese: richiesti interventi urgenti alla Regione

La presenza sempre più invasiva della Popillia japonica, coleottero infestante originario dell’Asia, sta mettendo in ginocchio diverse colture nella nostra Regione, in particolare per quanto riguarda le vigne del Canavese. Il consigliere regionale del Partito Democratico, Alberto Avetta, ha così deciso di lanciare un nuovo grido d'allarme, chiedendo alla Regione interventi tempestivi e concreti.

«La situazione è allarmante – dichiara Avetta – e le azioni finora messe in campo, seppur necessarie, non bastano più. Serve una strategia più incisiva per contenere la diffusione dell’insetto e ridurre i danni, che stanno assumendo proporzioni preoccupanti per il comparto agricolo e turistico».

Avetta ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per sollecitare risposte immediate. Il problema attualmente tocca in modo particolare il settore vitivinicolo del Canavese, da Carema a Caluso, estendendosi fino alle pianure di Vercellese e Biellese, aree vocate alla produzione enologica di qualità.

«A destare maggiore preoccupazione è l’impatto sulla produzione del vino Erbaluce di Caluso DOCG, un’eccellenza del territorio che genera un valore di oltre 10 milioni di euro, con una filiera composta da circa 280 produttori, 39 cantine vinificatrici e 35 imbottigliatori. Questo patrimonio rischia di essere compromesso in modo grave».

Oltre ai danni diretti alle coltivazioni, la Popillia japonica è in grado di deteriorare anche l’aspetto delle vigne, con ripercussioni sull’immagine paesaggistica e sull’attrattività turistica delle colline canavesane. «Se la situazione non viene gestita in modo efficace, rischiamo di compromettere le vendemmie future, gli eventi legati all’enoturismo e l’interesse degli appassionati che ogni anno scelgono il nostro territorio per esperienze enogastronomiche», aggiunge Avetta.

Il consigliere rivolge un appello diretto alla Regione: «È fondamentale mettere in campo fin da ora interventi più strutturati per il 2026 e prevedere forme di ristoro economico per le aziende agricole danneggiate. La sopravvivenza di un intero comparto, e la vocazione turistica del nostro territorio, sono in gioco».

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