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Ambiente

Popillia japonica, l’insetto che devasta vigne e noccioleti nel Canavese

Allarme degli agricoltori: gravi danni alle coltivazioni biologiche, la Regione avvia un piano d’emergenza.

Popillia japonica, l’insetto che devasta vigne e noccioleti nel Canavese

L’invasione della Popillia japonica continua a preoccupare agricoltori e istituzioni locali. Questo insetto, altamente distruttivo, rappresenta una minaccia concreta per le coltivazioni del Canavese, in particolare per i vigneti e i noccioleti. Se nelle produzioni convenzionali si riesce in parte a contenerlo grazie agli insetticidi, per l’agricoltura biologica il problema appare ben più critico, poiché mancano soluzioni realmente efficaci.

Gianluigi Orsolani, presidente di Confagricoltura Torino e viticoltore a San Giorgio Canavese, ha evidenziato come la presenza dell’insetto sia aumentata in modo preoccupante negli ultimi anni. Ha ricordato che i primi esemplari furono osservati circa quattro anni fa, quando i danni erano ancora minimi, ma oggi la situazione è cambiata radicalmente: diversi vigneti tra Caluso e Mazzè risultano gravemente colpiti. Le viti vergini, ha spiegato, sembrano essere le preferite dalla Popillia, che ne devasta completamente la pagina fogliare, ostacolando così la maturazione dell’uva.

Secondo Orsolani, l’insetto sarebbe arrivato in Italia nel 2014, probabilmente tramite voli aerei, e si sarebbe poi diffuso rapidamente. Aggiunge che, per ora, non esistono antagonisti naturali capaci di contenere la sua proliferazione. L’invasione di quest’anno è iniziata precocemente, a inizio giugno, e si spera in una rapida diminuzione degli esemplari entro la metà di luglio. Solo allora sarà possibile intervenire con concimazioni fogliari mirate per aiutare le piante a concludere il ciclo vegetativo. Tuttavia, la produzione delle viti colpite viene considerata ormai compromessa.

Trappole sperimentali e piano regionale

Per fronteggiare l’emergenza, la Regione Piemonte ha avviato un piano di contenimento attraverso il Settore fitosanitario, in collaborazione con l’Istituto per le piante da legno e l’ambiente. Il progetto prevede l’installazione di circa 1.200 trappole con rete impregnata di insetticida e un’attività di monitoraggio costante sia nelle aree infestate sia in quelle “cuscinetto”, dove l’insetto non è ancora presente.

Biologico in difficoltà

Orsolani ha sottolineato le difficoltà che incontra chi pratica agricoltura biologica: se le colture tradizionali possono utilizzare tre diversi insetticidi con buoni risultati, chi opera in regime biologico ha meno strumenti a disposizione. Ha fatto notare che il piretro, efficace contro altri parassiti come la flavescenza dorata, non ha effetti sulla Popillia. Le trappole regionali, pur utili, restano ancora un metodo sperimentale. L’uso di insetticidi molto potenti, ha precisato, comporta anche il rischio di eliminare specie utili, peggiorando l’equilibrio ecologico.

Per queste ragioni, i produttori biologici stanno valutando la possibilità di chiedere una deroga temporanea alla Regione Piemonte, come previsto dalle norme in situazioni eccezionali, per permettere interventi mirati. Orsolani ha messo in guardia sul fatto che, senza soluzioni efficaci, la produzione agricola rischia di subire un duro colpo nei prossimi anni.

Secondo Orsolani, una situazione analoga si è verificata in passato con la metcalfa pruinosa, un altro insetto alloctono che fu contrastato grazie all’introduzione di un antagonista naturale. Allo stesso modo, la flavescenza dorata, trasmessa dallo scaphoideus titanus, è oggi sotto controllo grazie a insetticidi specifici.

La Popillia japonica, però, ha trovato condizioni favorevoli alla sua diffusione grazie alla primavera umida e all’improvviso aumento delle temperature. Per questo motivo, Confagricoltura ha chiesto interventi urgenti all’Assessorato regionale e al Ministero dell’Agricoltura, auspicando un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni.

Orsolani ha concluso osservando che è fondamentale agire subito, per evitare che la Popillia japonica abbia lo stesso impatto devastante che la Xylella ha avuto sugli ulivi della Puglia.

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