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Cronaca

Tre giorni di congedo per la perdita del proprio animale domestico: una proposta che divide

Congedo retribuito per lutto o malattia di cani e gatti: la politica si spacca sulla nuova proposta

Tre giorni di congedo per la perdita del proprio animale domestico: una proposta che divide

Foto di repertorio

Tre giorni di permesso retribuito in caso di morte, e otto ore all’anno per curare malattie di cani o gatti. È questa l’idea alla base di una nuova proposta di legge presentata alla Camera dal deputato Devis Dori, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra. Un’iniziativa che ha immediatamente acceso il dibattito politico e mediatico, polarizzando l’opinione pubblica e dividendo le forze parlamentari.

Secondo il promotore della proposta, è necessario riconoscere il legame affettivo tra le persone e i loro animali domestici. "Gli animali sono considerati a tutti gli effetti parte del nucleo familiare, alla stregua di una persona", ha spiegato Dori. "Conosciamo tutti il dolore che può provocare la loro perdita o la loro malattia", ha aggiunto, sottolineando come un permesso formale aiuterebbe i proprietari a elaborare il lutto e a prestare le dovute cure.

La proposta si concentra specificamente su cani e gatti, definiti "animali d’affezione", e introduce due novità: tre giorni di permesso retribuito per la morte dell’animale e un massimo di otto ore annue per assisterlo in caso di malattia. Una misura che, se approvata, potrebbe toccare milioni di famiglie italiane: secondo un’indagine Ipsos del 2024, il 56% delle famiglie nel nostro Paese possiede almeno un animale domestico, con una tendenza in costante crescita.

La reazione politica, tuttavia, non è stata unanime. Alcuni esponenti dell’opposizione hanno sollevato dubbi sull’effettiva necessità della norma, mentre altri hanno messo in discussione la priorità di tale intervento rispetto ad altre urgenze sociali.

Il dibattito è destinato a proseguire nei prossimi mesi, anche alla luce di un cambiamento culturale che vede gli animali domestici sempre più integrati nella sfera familiare e affettiva delle persone. Resta da capire se la politica saprà intercettare questa sensibilità crescente, traducendola in misure concrete e condivise.

Nel frattempo, per milioni di italiani che convivono ogni giorno con un cane o un gatto, la proposta rappresenta un possibile passo avanti nel riconoscimento istituzionale di un legame che, per molti, va ben oltre la semplice compagnia.

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