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ESTERI
18 Luglio 2025 - 13:00
Nel mezzo di una fase economica delicata e incerta, la Cina si affida a modelli inediti per tentare una ripartenza. Tra questi spicca il cosiddetto “modello Labubu”, ispirato ai celebri pupazzi da collezione nati a Pechino e diventati un fenomeno globale. L’idea arriva direttamente dal ministro del Commercio Wang Wentao, che ha citato l’esempio di questi oggetti di culto come emblema della capacità del Paese di generare innovazione, creatività e nuove tendenze esportabili.
Durante un intervento ufficiale, il ministro ha descritto il quadro economico attuale come “estremamente complesso e impegnativo”, aggravato da dinamiche globali instabili, segnali di rallentamento della domanda interna, pressioni deflazionistiche e squilibri persistenti nella bilancia commerciale, in particolare nei rapporti con gli Stati Uniti. Tuttavia, Pechino ritiene di disporre degli strumenti necessari per fronteggiare le difficoltà e invertire il trend nei mesi a venire.
Secondo Wang, alcune misure già in cantiere avrebbero il potenziale per rilanciare i consumi e riattivare settori chiave dell’economia nazionale. In questo contesto, il governo starebbe scommettendo sulle cosiddette “nuove forme di consumo”, capaci di intercettare gusti, abitudini e desideri di una popolazione giovane e connessa. I Labubu, ha sottolineato il ministro, ne rappresentano un caso simbolico: una produzione cinese nata da una nicchia che ha saputo imporsi sui mercati internazionali attraverso l’estetica, la moda e la cultura pop.
L’esempio dei pupazzetti, più che un’eccezione, viene dunque elevato a metafora di un potenziale tutto cinese, fatto di immaginazione, marketing evoluto e capacità di interpretare lo spirito del tempo. Un segnale, per Wang, che l’economia nazionale è ancora in grado di reinventarsi e di trovare nel consumo creativo una leva di crescita concreta.
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