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Ambiente e salute
22 Luglio 2025 - 12:10
L’iniziativa avviata a Spinetta Marengo, frazione di Alessandria, si sta affermando come un esempio virtuoso non solo per il Piemonte, ma per tutta Italia. La Regione, con trasparenza e determinazione, ha messo in campo un piano d’azione che unisce tutela della salute pubblica e salvaguardia ambientale, senza dimenticare la presenza del polo chimico attivo nell’area.
Il percorso avviato parte da due strumenti fondamentali: un biomonitoraggio approfondito della popolazione residente nelle vicinanze del sito industriale e l’istituzione di un Osservatorio regionale per la riduzione dei PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche sempre più al centro dell’attenzione pubblica per i possibili rischi sulla salute.
Secondo Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità, è fondamentale «saper coniugare produzione e salute: la prima non può e non deve prevalere sulla seconda, come purtroppo è accaduto in passato». Un impegno, ha sottolineato, che prosegue con l’obiettivo di costruire un modello efficace e replicabile.
PFAS NEL SANGUE: COSA DICONO I DATI AGGIORNATI
Ad oggi sono 750 i cittadini che hanno aderito volontariamente al biomonitoraggio, attivato attraverso una preadesione online. Di questi, 457 prelievi ematici sono già stati effettuati, mentre 43 campioni sono ancora in fase di analisi. Altri 89 cittadini sono già stati convocati per le prossime sessioni (in programma il 30 luglio e il 6 agosto). Va inoltre considerato che circa 200 dei volontari abitano a più di 3 km dal polo chimico.
I risultati aggiornati (su base aggregata) confermano in larga parte i trend emersi già alla fine del 2024. Circa l’8,9% dei partecipanti presenta concentrazioni di PFAS superiori ai 20 ng/ml, soglia indicata come significativa dagli esperti. Nel 2024, la percentuale era pari all’11%. Inoltre, l’87,2% delle persone analizzate ha mostrato livelli compresi tra 2 e 20 ng/ml, in leggero aumento rispetto all’83% rilevato nei mesi precedenti. Solo il 3,9% ha valori inferiori alla soglia minima di 2 ng/ml, in lieve calo rispetto al 5% iniziale.
Un dato che emerge con chiarezza è che i valori più alti si concentrano soprattutto tra gli uomini over 60, in pensione, che vivono nei pressi dell’area industriale.
«Una volta conclusa la fase di analisi – ha dichiarato Riboldi – la task force regionale valuterà come proseguire con il monitoraggio e l’assistenza sanitaria ai cittadini coinvolti. L’obiettivo è costruire un protocollo replicabile in altre realtà simili, dove la presenza di attività industriali convive con i centri abitati».
L’esperienza di Spinetta Marengo diventa così un banco di prova concreto per capire come affrontare il delicato equilibrio tra sviluppo produttivo e diritto alla salute, offrendo una strada percorribile anche in altri territori italiani.
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