l'editoriale
Cerca
Il caso
01 Agosto 2025 - 21:44
In fondo, non è solo una questione di norme cimiteriali. A Ciriè, città dell’hinterland torinese, da oggi sarà possibile riposare accanto al proprio animale domestico. Il Consiglio comunale ha approvato nei giorni scorsi la modifica al regolamento di polizia mortuaria che recepisce una legge regionale del 2023 e permette la tumulazione delle ceneri degli animali da compagnia nello stesso loculo o celletta del proprietario.
Una decisione che fa di Ciriè uno dei primi Comuni in Piemonte – e tra i primi in Italia – ad attuare concretamente la norma.
«Un atto di civiltà», lo definisce l’assessore ai Servizi demografici e cimiteriali Fabrizio Fossati, che ha illustrato la novità in Consiglio: «Speriamo di dare una risposta a tante persone, soprattutto anziane, che vivono il legame con il proprio animale come quello con un familiare. In molti casi, si tratta di compagni di vita che hanno condiviso anni di quotidianità e affetto».
Il costo per l’operazione sarà di 210 euro. Ma la tumulazione sarà possibile solo in determinati casi. Innanzitutto, l’animale dovrà essere stato regolarmente cremato in un impianto autorizzato e le ceneri conservate in un’urna. Sarà poi necessario attendere la morte del titolare della concessione cimiteriale: l’animale potrà essere tumulato solo dopo, mai prima. È consentito farlo anche a distanza di tempo, purché all’interno dello stesso loculo o celletta.
Esclusi invece i sepolti nei campi comuni. La legge impone inoltre alcune regole precise anche per quanto riguarda le lapidi: non è consentito inserire epigrafi o nomi dell’animale, ma si potrà, se lo si desidera, affiggere una fotografia che ritrae la persona insieme al proprio cane o gatto.
Resta centrale la definizione di «animale da compagnia», che non si limita a cani e gatti: rientrano anche quelli impiegati nella pet therapy, nella pubblicità, nell’assistenza a persone disabili. In generale, tutti gli animali tenuti per affetto e non per scopi produttivi o alimentari.
Anche a Milano so sta lavorando sulla stessa legge. Dal 2022, dopo tre anni, i padroni di cani e gatti del capoluogo lombardo hanno chiesto a gran voce un cambio di passo e finalmente verrà attuato.
E se vi sembra ancora qualcosa di “strano”, sappiate che i Europa ci sono già diverse città che lo consentono. Diverse città tedesche offrono strutture dedicate ad accogliere tombe congiunte per uomini e animali.
A Braubach, Essen e Koblenz esistono progetti di “cimiteri della connessione” dove le urne umane e quelle degli animali convivono nel medesimo spazio funerario.
Le autorizzazioni sono gestite senza rituali ecclesiastici formali, e in genere consentono un numero limitato di urne per tomba.
Diversa la situazione in Francia e Regno Unito: esistono cimiteri riservati agli animali, ma la tumulazione condivisa con umani è rarissima o non prevista.
Il Cimetière des Chiens ad Asnières-sur-Seine (Parigi) è un celebre luogo di sepoltura per animali, ma separato, mentre in Inghilterra alcuni “green burial” in luoghi come Stainton by Langworth possono ammettere urne congiunte solo in contesti molto specifici.
Quindi, sebbene non ancora una pratica universalmente diffusa o regolamentata in modo uniforme, la sepoltura congiunta è in espansione in diverse parti del mondo come espressione del profondo rapporto che lega le persone ai loro animali.
Insomma, una possibilità concreta per suggellare un legame indissolubile che resta davvero una promessa «per sempre».
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..