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Il caso

Arrestato per due rapine in un mese «Non sapevo come andare avanti»

All’interrogatorio ha ammesso le sue colpe. Ha 23 anni, è tunisino e irregolare

Arrestato per due rapine in un mese «Non sapevo come andare avanti»

Un cittadino tunisino di 23 anni, senza documenti e irregolare in Italia, è stato arrestato a Torino con l’accusa di aver commesso due rapine con strappo tra giugno e luglio. Durante l’interrogatorio di garanzia, non ha negato:«Mi assumo le mie responsabilità. Non sapevo come andare avanti», ha dichiarato al giudice. Ora si trova nel carcere Lorusso e Cutugno e ha manifestato l’intenzione di patteggiare, con l’assistenza dell’avvocata Francesca D’Urzo, che ha fatto sapere che il giovane proverà, nei limiti delle sue possibilità, a risarcire le vittime. I due episodi contestati si sono svolti con lo stesso schema: aggressione improvvisa, strappo della collanina, fuga rapida in monopattino. Il giovane agiva insieme a un complice, anche lui su monopattino, non ancora identificato. Le indagini per risalire alla sua identità sono ancora in corso. Il primo furto risale al 22 giugno, in via Pietro Cossa: un uomo di 69 anni è stato aggredito e derubato della collana. Il secondo è avvenuto il 24 luglio, in via Orvieto, zona Borgo Vittoria: la vittima, 67 anni, era appena uscita dal supermercato Conad, con le mani impegnate dalle borse. Anche in questo caso, è stato colpito da dietro e privato della collanina. Determinante, per risalire all’identità del 23enne, è stato un cellulare perso durante la fuga del 24 luglio. L’uomo derubato ha raccontato agli investigatori di aver visto in faccia uno dei rapinatori mentre cercava di recuperare il telefono. A quel punto è scattato il riconoscimento. A supportare la ricostruzione anche le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’Art Olympic Hotel di via Verolengo, che hanno ripreso i due sospetti in monopattino.
Il giovane, secondo la difesa, si trovava in una situazione di forte marginalità sociale, senza lavoro e senza sostegni: «Il mio assistito ha sbagliato ma ha riconosciuto l’errore. Patteggeremo. E lui vuole impegnarsi a rimediare, come può, ai suoi sbagli», spiega l’avvocata.

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