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04 Agosto 2025 - 10:30
Doveva essere una misura pensata per semplificare la vita dei passeggeri, ma si è trasformata in un nuovo motivo di caos e incertezza nei viaggi estivi. Il recente via libera alla possibilità di portare nel bagaglio a mano liquidi in confezioni superiori ai 100 ml – fino a un massimo di due litri – rischia di rimanere applicato a metà, creando disparità tra aeroporti e spese impreviste per i viaggiatori.
La decisione è arrivata il 25 luglio dalla Conferenza europea dell’aviazione civile (Ecac), che ha autorizzato l’estensione dei limiti nei soli scali dotati di scanner di nuova generazione, capaci di rilevare con precisione eventuali materiali pericolosi all’interno del bagaglio a mano. Eppure, secondo quanto denuncia Assoutenti, molti aeroporti pur essendo tecnologicamente attrezzati, continuano ad applicare la vecchia regola del limite a 100 ml, lasciando i viaggiatori nell’incertezza.
Gli scanner di ultima generazione sono ormai presenti in numerosi aeroporti europei, tra cui Milano Malpensa e Linate, Roma Fiumicino, Bologna, Torino, ma anche Londra Heathrow, Parigi Charles de Gaulle, Madrid, Praga, Dublino, Edimburgo, Berlino e molti altri. Tuttavia, nonostante la disponibilità della tecnologia, non tutti gli scali hanno adottato le nuove regole, costringendo i passeggeri a confrontarsi con una normativa incerta e incoerente. Secondo il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, il risultato è che molti viaggiatori scoprono solo al momento dei controlli se i propri profumi, creme, gel, vini o liquori in confezioni superiori ai 100 ml possono essere portati a bordo, oppure se devono essere gettati o imbarcati in stiva, affrontando spese aggiuntive non previste.
Le compagnie aeree da sempre applicano tariffe elevate per l’aggiunta del bagaglio in stiva acquistato direttamente in aeroporto:
Ryanair: da 35,99 a 75 euro a volo
Vueling: tra 40 e 75 euro
WizzAir: 70 euro
EasyJet: 65 euro
ITA Airways: da 60 euro per i voli nazionali fino a 130 euro per tratte intercontinentali come Stati Uniti, Giappone o Brasile.
Una situazione che rischia di colpire soprattutto i viaggiatori meno informati, che scoprono solo in aeroporto di dover pagare un sovrapprezzo anche significativo per trasportare articoli che sarebbero teoricamente consentiti.
Per far fronte alla confusione crescente, Assoutenti chiede all’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) di pubblicare un elenco aggiornato e accessibile degli aeroporti in cui è possibile trasportare liquidi oltre i 100 ml, per evitare brutte sorprese e permettere ai passeggeri di organizzarsi per tempo.
A lanciare un ulteriore appello è anche Consumerismo No Profit, che definisce lo scenario attuale «di totale incertezza». Il presidente Luigi Gabriele propone una soluzione concreta: inserire direttamente nel biglietto aereo informazioni chiare sulla possibilità di trasportare liquidi oltre i 100 ml per ciascun aeroporto coinvolto nel viaggio. L’intera vicenda mette in evidenza una frattura tra innovazione tecnologica e applicazione pratica.
Mentre gli aeroporti si dotano di strumenti sempre più sofisticati, la mancanza di uniformità nelle regole mina la fiducia dei passeggeri e compromette il potenziale vantaggio di viaggiare in modo più semplice e sicuro.
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