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Diritti civili

Adolescenti transgender: il nuovo ddl sulla disforia preoccupa le associazioni, ecco cosa cambia

Registro nazionale obbligatorio e via libera vincolante per l'inizio del percorso. Arcigay: "Questo registro è una schedatura "

Il nuovo ddl sulla disforia preoccupa le associazioni: ecco cosa cambia per i minori transgender

La bandiera transgender

Il governo Meloni ha approvato il 4 agosto un disegno di legge, firmato dai ministri della Salute e della Famiglia Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella, che introduce regole più restrittive sui trattamenti farmacologici destinati ai minori transgender. Il ddl prevede l’istituzione di un registro nazionale, coordinato dall’Aifa, che raccoglierà ogni informazione clinica relativa ai giovani coinvolti, insieme a diagnosi multidisciplinari obbligatorie e all’approvazione vincolante di un Comitato etico nazionale pediatrico.

Il provvedimento nasce da una polemica scoppiata a fine 2024, dopo un'interrogazione parlamentare di Maurizio Gasparri sull’uso della triptorelina nell’ospedale Careggi di Firenze, e punta ufficialmente a monitorare l’utilizzo dei farmaci per l'affermazione di genere nei minori, garantendone un controllo centralizzato.

Durissima la reazione delle associazioni. Arcigay denuncia come la misura introduca, sotto forma di tutela, una sorveglianza che può causare gravi ritardi nell'accesso ai trattamenti necessari, aggravando così la già delicata salute mentale degli adolescenti trans. Secondo il responsabile nazionale, Christian Leonardo Cristalli, il registro rappresenterebbe un sistema invasivo che compromette la libertà personale e medica dei minori coinvolti, ostacolando la possibilità di accedere tempestivamente alle cure di cui hanno bisogno.

Per Anna Maria Fisichella di Agedo, l’associazione che riunisce genitori e amici di persone Lgbtqia+, le nuove norme avrebbero una chiara matrice ideologica, volte non a tutelare ma a ostacolare concretamente i diritti e la salute dei ragazzi trans, complicando l’accesso tempestivo ai trattamenti, essenziali per evitare danni psicologici e fisici permanenti. Le associazioni promettono battaglia e già da settembre annunciano mobilitazioni per fermare il provvedimento.

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