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LA LEGGE

Recensioni online, possibile stop ai controlli identificativi: le novità in vista

Il governo rivede le norme sui commenti online: ipotesi e cambiamenti che potrebbero trasformare un settore ormai centrale nei consumi

Recensioni online, possibile stop ai controlli identificativi: le novità in vista

Basta un clic per rovinare la reputazione di un ristorante o far schizzare alle stelle le prenotazioni di un hotel. Nel mondo delle recensioni online, una manciata di parole può valere migliaia di euro — o farli perdere in un attimo. Ed è proprio qui che il governo italiano ha deciso di intervenire: non più con il “grande fratello” dell’identificazione obbligatoria, ma con una serie di misure mirate a smascherare i giudizi falsi e a proteggere la fiducia dei consumatori.

Il disegno di legge per le piccole e medie imprese, ora all’esame della commissione Industria del Senato, ha modificato uno dei punti più controversi: l’obbligo per i consumatori di provare la propria identità prima di lasciare una recensione. Questa norma, fin dalla sua prima stesura, aveva suscitato forti critiche per i possibili rischi sulla privacy.

Le nuove disposizioni, attese per settembre e proposte dai relatori Salvo Pogliese (FdI) e Gianluca Cantalamessa (Lega), recepiscono le osservazioni di Bruxelles e cancellano ogni riferimento al riconoscimento obbligatorio. L’obiettivo resta quello di garantire recensioni affidabili e basate su esperienze reali, ma attraverso altre strade. La vigilanza passerà dall’Agcom all’Antitrust, che definirà le linee guida insieme al Garante della Privacy, al ministero del Turismo e alla stessa Agcom. L’Autorità potrà imporre sanzioni pesanti, fino al 10% del fatturato annuo globale, alle piattaforme che non rispetteranno le regole. Le associazioni di categoria, come quelle di ristoratori e operatori turistici, potranno chiedere di essere riconosciute come “segnalatori attendibili” di recensioni false. La legge, tuttavia, varrà solo per i commenti pubblicati dopo la sua entrata in vigore.

Il fenomeno delle recensioni false ha un impatto economico rilevante: secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, può incidere dal 6% al 30% del fatturato di hotel e ristoranti. L’82% delle prenotazioni di alloggi e il 70% delle scelte dei ristoranti sono influenzati dalle opinioni online.

Un rapporto di Tripadvisor del 2022 ha evidenziato che, su 30,2 milioni di recensioni pubblicate, 1,3 milioni (il 4,3%) erano false e sono state rimosse. L’Italia è tra i sei Paesi più attivi nella produzione di commenti a pagamento, insieme a India, Russia, Stati Uniti, Turchia e Vietnam.

Cosa cambia nel dettaglio

La nuova versione del ddl, pur rinunciando al controllo diretto dell'identità degli utenti, introduce alcune modifiche sostanziali. Le recensioni dovranno essere più dettagliate e pertinenti, così da permettere a chi legge di capire se l'esperienza è autentica. Viene inoltre rafforzato in modo esplicito il diritto di replica degli esercenti: se già esisteva in via teorica, ora diventa un obbligo operativo per le piattaforme, che dovranno garantire tempi certi e procedure chiare per permettere agli operatori di rispondere pubblicamente ai giudizi ricevuti. Sarà possibile rimuovere rapidamente i commenti palesemente falsi o eccessivi, e i clienti avranno fino a novanta giorni (e non più quindici) per lasciare una recensione. Cade infine il divieto di recensire prodotti o servizi diversi da quelli acquistati, purché la distinzione sia trasparente per chi legge.

Restano invece in vigore i divieti più netti: è proibita la compravendita di recensioni, così come qualsiasi incentivo o promozione che possa condizionare il giudizio, anche se la recensione non viene poi pubblicata.

L'eliminazione del riconoscimento obbligatorio riduce il livello di controllo diretto sugli utenti, ma il pacchetto di modifiche introduce strumenti più mirati contro i commenti falsi. L'efficacia della nuova legge si misurerà nei prossimi mesi, quando piattaforme e operatori dovranno adeguarsi alle regole e dimostrare che la fiducia dei consumatori può essere tutelata anche senza un'identificazione preventiva.

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