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Caos Sanità in Piemonte

L'assessore Gabibbo

Vicenda Schael: riflettori puntati sulla gestione della Sanità regionale tra dimissioni, confusione e critiche all'assessore Riboldi

L'assessore Gabibbo

Ci si chiederà perché si insista così tanto sulla vicenda Schael. In fondo si tratta di un manager di alto livello che resta senza lavoro, ma che non avrà difficoltà a trovarne un altro, altrettanto lautamente pagato. Ben più triste il destino di altri disoccupati, in mezzo a una strada con figli e mogli a carico: operai, impiegati, giovani o chi a pochi anni dalla pensione è costretto a ricominciare da capo. No, la vicenda Schael è importante non perché la situazione del manager susciti sentimenti di pietà, ma per ben altri motivi. Intanto c’è da ricordare che il comparto Sanità assorbe la bellezza dell’80% del bilancio della Regione. È quello più importante e che più interessa i cittadini. Per tutti continua a valere (il detto, quale sacrosanta verità, «la salute prima di tutto».

E di quel 80%, la Città della Salute partecipa (se così si può dire) con una considerevole percentuale. Pertanto, la vicenda Schael che è l’attuale commissario della Città della Salute, è notizia da prima pagina. Da rilevare, poi, una certa confusione (almeno questa è la percezione) che sembra pervadere, almeno in questo momento, chi è al timone della Sanità, ovvero l’assessore Riboldi. Pur con tutto il rispetto e la stima, sulla questione è apparso poco chiaro e a tratti anche un po’ reticente. Confusione che lo ha spinto, ad esempio, a emulare il Gabibbo con quella visita a sorpresa (ma a favore di telecamere) all’ospedale di Lanzo. L’assessore si ricordi che fa l’assessore e che non è un componente dell’opposizione. Il teatrino sarebbe stato tollerato (forse anche apprezzato), se a farlo fossero stati esponenti di Pd, M5s o Avs (ma in questa calda estate sembrano preferire la riviera). Ma non è l’assessore che deve denunciare le magagne che lui stesso dovrebbe sistemare.

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