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Il caso
15 Agosto 2025 - 05:46
Il commissario della Città della Salute di Torino Thomas Schael
Un curriculum di tutto rispetto. Un’esperienza trentennale come manager dei conti sanitari. Il ruolo di direttore generale dell’Asl chietina per circa 5 anni. Poi la collaborazione con Agenas. Anche qui si era occupato di disavanzi. In particolare di quelli della Sanità piemontese, tra 2013 e 2015. “Ha svolto un’ottima attività”, conferma l’allora governatore Sergio Chiamparino. Referenze di tutto rispetto. Insomma, la sua fama lo precedeva quando ha varcato per la prima volta la soglia di Città della Salute. Con tutti i presupposti di aggiustare quel “colosso dai piedi di argilla”.
E lui, Thomas Schael, non ha disatteso, almeno inizialmente, le aspettative, declamandosi più volte come “l’uomo del fare”. In grado di sanare le criticità dell’azienda. Ma poi i suoi modi “dirompenti”, e quell’approccio che sembrava non sposarsi bene con le esigenze dei lavoratori. “Avevamo bisogno di qualcuno che comprendesse i nostri disagi pregressi. Non siamo una fabbrica dove chi viene si siede e risana il bilancio”. A parlare è la Fp Cgil, il sindacato sanitario che oggi chiede concretezza e fatti, oltre alle parole della politica. Da settimane l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, che aveva fortemente voluto Schael, nonostante il parere non favorevole dell’Università, paventa il “cambiamento di governance” a Città della Salute.
Ma nessun fatto. E oggi oltre al già conflittuale rapporto tra sindacati e Schael, ad essersi incrinato è anche quello con Riboldi. “Non ha chiarito nulla e non facciamo nessun passo indietro”, rincara la dose Anaao Assomed. Riferendosi alla piccata replica di Riboldi circa la richiesta di maggior pragmatismo sul caso Schael. “Abbiamo bisogno di una guida e di fare chiarezza su cosa ne sarà di Città della Salute. Siamo stufi degli slogan”, spiega Fp Cgil Medici, che denuncia l’assenza di dialogo con l’assessore, sin dall’insediamento di Schael, a causa della mancata convocazione dell’Osservatorio della dirigenza sanitaria Csst.
Se il cerchio si stringe sempre di più intorno a Schael, così, l’antifona sembra essere: «Il problema non è solo lui, ma chi ce l’ha messo». È anche l’ex assessore alla Sanità, oggi consigliere regionale della Lega Luigi Icardi, a farlo trapelare. «L’assessore lo ha voluto fortemente, la scelta è sua - sottolinea -. Poi Schael è capace, ma gli è mancata la diplomazia. Adesso la priorità è dare servizi», dice.
Nel frattempo lunedì sono convocati i sindacati, per ottemperare alla recente sentenza del Tribunale del Lavoro. Poi ancora una convocazione l’8 settembre. Al timone, ufficialmente, c’è ancora lui: “Der Kommissar”.
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