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Il caso
18 Agosto 2025 - 10:10
Conosciuta ormai come “cimice assassina”, Zelus renardii è un insetto dal nome inquietante, ma la sua storia è reale e affascinante. Originaria del Nord America, ha viaggiato fino all’Europa, probabilmente nascosta tra piante e merci, e oggi la sua presenza è confermata in diverse regioni italiane: Lazio, Sicilia, Liguria, Sardegna, Basilicata e altre ancora.
Diversamente dalle comuni cimici che emettono cattivo odore se schiacciate, questa specie è un predatore silenzioso. Non cerca il caldo delle case o la luce artificiale: predilige giardini, orti, siepi e balconi fioriti. La sua attività è più intensa tra la fine della primavera e l’estate, quando si dedica alla caccia di piccoli insetti utilizzando le zampe anteriori ricoperte di una sostanza appiccicosa.
Il suo successo dipende soprattutto dall’eccezionale capacità di adattarsi agli ambienti frequentati dall’uomo, come campi coltivati, parchi e frutteti. Le zampe anteriori secernono una sostanza collosa che immobilizza la preda, permettendo all’insetto di trafiggerla con il rostro e nutrirsi. Questo metodo di caccia ricorda quello delle mantidi e le consente di sopravvivere in habitat diversi e in continua evoluzione.
Gli studiosi considerano la cimice assassina un alleato dell’agricoltura, poiché predilige insetti dannosi come afidi, mosche della frutta e cicaline, e in alcuni casi può aiutare a contenere parassiti degli ulivi. Secondo ricerche dell’Università di Bari, potrebbe contribuire a rallentare la diffusione della Xylella attaccando la sputacchina, vettore del batterio.
Tuttavia, il suo appetito non fa distinzioni: può nutrirsi anche di insetti utili all’ecosistema. Per questo motivo, alcuni esperti la considerano una specie invasiva, e gli effetti della sua diffusione sono ancora incerti.
Fortunatamente, Zelus renardii non trasmette malattie e non si nutre di sangue umano. Tuttavia, può mordere se si sente minacciata o viene schiacciata contro la pelle. Il morso è molto doloroso, paragonabile a una puntura d’ape: provoca dolore intenso, gonfiore, arrossamento e prurito, talvolta per giorni. Raramente, può scatenare sintomi simili a reazioni allergiche lievi, ma la maggior parte delle persone guarisce senza cure particolari.
Come comportarsi se si viene punti:
Lavare subito la zona con acqua e sapone.
Applicare ghiaccio per ridurre dolore e gonfiore.
Se necessario, usare una crema antistaminica o al cortisone.
Farmaci come ibuprofene o paracetamolo possono alleviare il dolore.
Consultare un medico se i sintomi peggiorano o persistono oltre 24-48 ore.
Il nome deriva dal suo stile di caccia: si avvicina lentamente alla preda, la blocca con le zampe adesive e la trafigge con il rostro per succhiarne i fluidi. La sua alimentazione polifaga significa che può predare anche insetti benefici come coccinelle e crisopidi, potenzialmente alterando l’equilibrio biologico locale.
Negli ultimi anni, la cimice assassina è stata avvistata in varie zone d’Italia, in particolare a Roma, al Sud e lungo le coste. Le segnalazioni aumentano soprattutto tra luglio e settembre, con avvistamenti in parchi, orti e persino tra i panni stesi.
Caratteristiche principali per riconoscerla:
Corpo snello, lungo 1–1,5 cm.
Colore dal verde chiaro al giallo con riflessi rossastri.
Zampe anteriori ricurve e “pelose”, simili a pinze.
Movimento a scatti se disturbata, raramente vola subito via.
Non è necessario eliminarla drasticamente: non rappresenta una minaccia seria per l’uomo. Se la si trova in casa, è sufficiente rimuoverla con un bicchiere o un pezzo di carta e riportarla all’esterno, evitando il contatto diretto.
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