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Estate 2025 nel VCO: alberghi di lusso in crescita, media categoria sotto pressione

Il turismo del Verbano Cusio Ossola cambia volto: meno tedeschi, più americani e nordeuropei negli hotel di lusso. Le strutture medie sfidano la concorrenza degli affitti turistici

Estate 2025 nel VCO: alberghi di lusso in crescita, media categoria sotto pressione

Mentre a livello nazionale si moltiplicano i titoli su lidi e camere vuote, il territorio del Verbano Cusio Ossola racconta una storia diversa. L'estate 2025 si chiude con un bilancio a due facce: crescita per gli hotel di alta gamma e difficoltà per quelli di media categoria, in un mercato che sta vivendo trasformazioni profonde tra nuovi flussi turistici e concorrenza degli affitti brevi.

IL LUSSO PREMIA IL VCO
Gli hotel di lusso del territorio registrano un incremento del 2-3%, dimostrando di saper attrarre clientela disposta a spendere di più per servizi di qualità superiore. «Per l'alta gamma si tratta più di un aumento di fatturato che di presenze», spiega Andrea Padulazzi, presidente di Federalberghi VCO. «Positivo il ritorno dei turisti legati alle navi da crociera, provenienti da oltreoceano, che complice la vicinanza con Malpensa, qui trascorrono qualche giorno di relax prima o dopo la crociera».

Uno dei cambiamenti più significativi riguarda la composizione della clientela internazionale. Diminuisce la presenza dei tedeschi, storicamente uno dei principali bacini turistici del VCO, a causa della crisi economica strutturale che sta attraversando la Germania. Il mercato tedesco, però, sta venendo in parte sostituito da quello dei vacanzieri provenienti dal Nord Europa, con una buona presenza di francesi. Negli hotel di alta gamma si registra un importante ritorno dei turisti americani, segno di una diversificazione dei flussi che potrebbe rivelarsi strategica per il futuro.

IL TURISMO D'AFFARI CAMBIA VOLTO
Il settore congressuale e degli eventi aziendali, invece, sta attraversando una fase di trasformazione. «Difficoltà nel settore congressuale a causa delle condizioni economiche delle aziende» evidenzia Padulazzi «il vecchio sistema dei corsi di aggiornamento è sempre più in modalità smart».

Tuttavia, emerge un nuovo trend dal Nord Europa: «Registriamo più soggiorni improntati al leisure per migliorare la collaborazione tra le persone, colleghi che spesso si sentono solo via internet». Un fenomeno che potrebbe rappresentare una nuova nicchia di mercato per il territorio.

LA SFIDA DEGLI AFFITTI BREVI
Il vero nodo critico riguarda le strutture di media categoria, che registrano un calo nelle presenze. La causa principale è individuata nel moltiplicarsi di case vacanza, affittacamere e B&B, diretti concorrenti degli hotel a due o tre stelle che non possono offrire servizi competitivi come quelli di categoria più elevata.

«Un problema sociale», denuncia Padulazzi, «è diventato impossibile ormai affittare un appartamento anche per i nostri dipendenti perché sono tutti affitti turistici». Inoltre, il presidente sottolinea una differenza sostanziale tra le diverse tipologie ricettive: «Un albergo ha un impatto economico importante, genera lavoro sul territorio, mentre questi affitti turistici non portano nuovi posti di lavoro ma reddito solo ai titolari».

PROSPETTIVE E PREOCCUPAZIONI PER IL FUTURO
Nonostante i dati positivi per l'alta gamma, Padulazzi non nasconde le preoccupazioni per il prossimo anno: «A causa della situazione internazionale, si seguono con attenzione quanto sta accadendo all'economia statunitense e l'evoluzione dei conflitti». 

La stagione che si avvia alla conclusione lascia sul tavolo altre questioni che vanno oltre i numeri delle presenze. «Le istituzioni devono fare una seria riflessione», conclude Padulazzi, richiamando l'attenzione sulla necessità di politiche che tengano conto dell'impatto complessivo delle diverse forme ricettive sul territorio.

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