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20 Agosto 2025 - 20:15
Il gruppo "Mia moglie ❤️❤️❤️", ora chiuso da Meta
Il gruppo Facebook "Mia moglie ❤️❤️❤️", nato nel 2019 e cresciuto fino a superare i 32mila iscritti, è stato chiuso da Meta dopo giorni di denunce pubbliche e segnalazioni alla Polizia postale. La pagina, dove venivano condivise migliaia di immagini intime di donne senza il loro consenso, era diventata un raccoglitore di abusi digitali, commenti sessisti e pornografia non consensuale.
La vicenda era esplosa grazie alla denuncia pubblica dell’attivista Carolina Capria e dell’organizzazione "No justice no peace", che su Instagram hanno invitato a segnalare in massa il gruppo. L’associazione ha parlato di "palese forma di abuso, pornografia non consensuale e misoginia sistemica".
Alle pressioni si sono unite anche le parlamentari del Partito democratico della Commissione Femminicidio e violenza: "Basta tolleranza del sessismo e della violenza contro le donne sui social, altrimenti è complicità. Troviamo sconcertante e inaccettabile l’esistenza di queste chat misogine, specchio di una cultura di possesso e sopraffazione che ignora il consenso delle donne".
Dopo oltre 24 ore, Meta ha annunciato la rimozione del gruppo: "Abbiamo rimosso il Gruppo Facebook ‘Mia Moglie’ per violazione delle nostre policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti - ha spiegato un portavoce -. Non consentiamo contenuti che minacciano o promuovono violenza sessuale, abusi sessuali o sfruttamento sessuale sulle nostre piattaforme. Se veniamo a conoscenza di contenuti che incitano o sostengono lo stupro, possiamo disabilitare i gruppi e gli account che li pubblicano e condividere queste informazioni con le forze dell’ordine".
Rimane però l’ombra di nuovi spazi virtuali pronti a raccogliere l’eredità del gruppo chiuso: già nelle ultime ore è stata segnalata sul profilo Instagram di "No justice no peace" l'apertura di canali Telegram e pagine "di riserva", già rese note alla Polizia Postale. Diverse segnalazioni parlano anche della presenza di altri gruppi Facebook, privati o persino su invito (ma con i nomi degli amministratori pubblici), uno dei quali al momento dovrebbe contare poco meno di 350 partecipanti. L'intenzione è quella di "spostare" i membri del canale precedente, in modo da proseguire l'attività illecita. Gli screenshot dei nuovi gruppi sono sempre accompagnati dall'invito di segnalare immediatamente queste realtà, per non permettere che crescano al livello di quella chiusa oggi.
Questi episodi di violenza digitale non sono affatto isolati, ma si inseriscono in un contesto in cui, come ricorda la scrittrice e attivista Carlotta Vagnoli, "dal 2003 al 2023 il sito dove veniva "venduta" a stupratori Gisèle Pelicot ha agito indisturbato, contando decine di migliaia di utenti. Nel 2020 oltre due milioni di italiani hanno partecipato, secondo i dati di Permesso Negato, a 29 chat Telegram in cui si scambiava materiale intimo non consensuale di amiche, fidanzate, spose, figlie".
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