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Economia
23 Agosto 2025 - 07:57
Gli ultimi stress test condotti dall’Eba (European Banking Authority) e dalla Bce hanno confermato che il sistema bancario europeo è in grado di resistere anche a scenari estremamente complessi, come una recessione innescata da tensioni geopolitiche o da nuove guerre commerciali.
Sorprende il cambio di prospettiva: se in passato la solidità era prerogativa degli istituti del Nord Europa, oggi le banche più robuste si trovano nel Sud del continente.
Gli istituti italiani, dopo anni di ricapitalizzazioni e riduzione dei crediti deteriorati, risultano tra i più patrimonializzati. La spinta arriva anche dai tassi d’interesse elevati, che favoriscono il tradizionale modello di business basato sui prestiti. Diversa la situazione per Francia e Germania, dove l’esposizione alla leva finanziaria e ai rischi di una guerra commerciale rende il settore più vulnerabile.
A differenza del passato, i pericoli individuati non derivano da shock finanziari interni o da pandemie, ma dalle tensioni geopolitiche e dalle politiche di protezionismo internazionale. Lo scenario più critico prevede una recessione prolungata nelle principali economie avanzate, alimentata dall’instabilità in Medio Oriente e dalla crescita delle barriere commerciali.
Il capitale di migliore qualità, il Cet1 (Common Equity Tier 1), oggi al 15,8%, nello scenario di crisi ipotizzato scenderebbe al 12,1% entro il 2027. Si tratta comunque di un impatto inferiore a quello registrato due anni fa. Secondo l’Eba, nessuna banca supererebbe le soglie di allerta patrimoniale, mentre la Bce evidenzia come la redditività sostenuta dai tassi elevati e la qualità degli attivi abbiano reso il sistema più resistente.
La media europea nasconde però situazioni diverse. Le banche italiane subirebbero una riduzione del Cet1 di circa 1,5 punti percentuali, un calo molto più contenuto rispetto ai 4 punti che colpirebbero gli istituti di Francia e Germania. Il risultato premia la strategia di consolidamento e di rafforzamento del capitale intrapresa negli ultimi dieci anni.
Guardando agli utili, il primato spetta alle banche spagnole: Santander e Bbva insieme hanno totalizzato 12,28 miliardi di euro nel semestre. Subito dopo si collocano Intesa Sanpaolo e Unicredit, con 11,3 miliardi. La Francia, che fino a poco tempo fa guidava la classifica, si ferma a 11 miliardi complessivi tra Bnp Paribas e Crédit Agricole.
Le banche tedesche restano molto più indietro: Deutsche Bank e Commerzbank insieme si fermano a 5 miliardi, poco sopra i 5,1 miliardi messi a segno dagli olandesi Ing e Abn Amro.
Un’analisi di Morningstar Dbrs conferma che gli istituti del Sud Europa non solo hanno aumentato la redditività, ma sono anche più forti sul piano patrimoniale. In caso di shock, le perdite di capitale si limiterebbero a 178 punti base, meno della metà rispetto alla media europea (-370 punti). In questa “classifica della resilienza” spiccano anche le banche portoghesi e greche, mentre quelle tedesche registrano i risultati peggiori, con Lbbw, Helaba, BayernLb e NordLb tra le più fragili.
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