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Estate di vandalismi in quota: nuovo episodio sul Monte Basodino

Sul Monte Basodino vandali distruggono Madonnina, croci e libro di vetta. Cresce l'allarme per i ripetuti episodi di vandalismo sulle montagne del Piemonte

Estate di vandalismi in quota: nuovo episodio sul Monte Basodino

Un'estate che lascia l'amaro in bocca agli amanti della montagna. I territori alpini di Val d'Ossola, Valsesia e Biellese stanno vivendo una stagione segnata da episodi di vandalismo che colpiscono proprio quei simboli e tradizioni che rendono speciali le nostre cime.

L'ultimo scempio in ordine di tempo è stato scoperto sul Monte Basodino, imponente vetta di 3277 metri che si erge al confine tra la Val d'Ossola e il Canton Ticino. Qui i vandali hanno preso di mira non sola la Madonnina che vegliava sulla cima, distruggendola, ma hanno anche abbattuto due croci e strappato il libro di vetta, privando così la montagna di testimonianze e ricordi che si erano accumulate nel tempo.

Il danno va ben oltre l'aspetto materiale. I libri di vetta rappresentano infatti una delle tradizioni più belle e autentiche della cultura alpinistica. Si tratta di semplici quaderni, spesso custoditi ai piedi di croci o nascosti tra muretti di pietra costruiti dagli escursionisti, dove chi raggiunge la cima può lasciare una traccia del proprio passaggio: nome, data, qualche riga per descrivere l'esperienza vissuta, le emozioni provate davanti al panorama o le difficoltà superate per arrivare fin lassù. Questi piccoli tesori documentano anni, a volte decenni di frequentazione della montagna. Tra le loro pagine si possono trovare i nomi di alpinisti esperti e di famiglie in gita, riflessioni profonde e ringraziamenti semplici, dediche d'amore e promesse di ritorno. Ogni libro racconta la storia viva della montagna e di chi la vive con rispetto e passione.

Quello del Monte Basodino, però, non è purtroppo un caso isolato. Quest'estate si sono moltiplicati gli episodi di vandalismo sulle montagne del territorio, un fenomeno che sta raggiungendo proporzioni allarmanti. Le croci vengono abbattute, le cappellette danneggiate e i simboli religiosi profanati.

Dietro questi gesti si nasconde non solo la mancanza di rispetto per il patrimonio culturale e religioso delle nostre montagne, ma anche una totale incomprensione del significato profondo che questi luoghi hanno per migliaia di escursionisti e alpinisti. La montagna dovrebbe essere un luogo di incontro e condivisione, dove la fatica della salita si trasforma in gioia per la meta raggiunta e in gratitudine per la bellezza che ci circonda.

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