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IL FATTO
26 Agosto 2025 - 20:15
Un gesto di affetto nei confronti della sua cagnolina, una piccola bassotta di nome Emi, si è trasformato in un'aggressione verbale a sfondo omofobo per Ivan Notarangelo, noto giornalista e comunicatore politico. L'episodio, avvenuto a Capalbio, in provincia di Grosseto, ha visto Notarangelo salire a bordo di un autobus con la sua cagnolina in braccio, contravvenendo al divieto di presenza di animali sul mezzo, di il giornalista cui non era a conoscenza. L'autista del mezzo, notata la presenza del cane, ha reagito con una serie di insulti, arrivando a urlare a gran voce un'offesa omofoba.
La vicenda è stata resa pubblica dallo stesso Notarangelo, che in passato ha lavorato come comunicatore per figure politiche di spicco, tra cui l'attuale sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Il giornalista ha raccontato che la situazione, nata da un semplice malinteso, è degenerata rapidamente in un'aggressione verbale e quasi fisica, culminata con l'insulto omofobo ripetuto più volte.
Nonostante l'accaduto, Notarangelo ha scelto di non sporgere denuncia formale, ma ha deciso di dare risonanza pubblica all'episodio, convinto che il silenzio sia una forma di complicità. Il giornalista ha definito l'insulto ricevuto non come un semplice scatto d'ira, ma come un "atto politico", un tentativo di "ridurre l'altro al silenzio" e di costringerlo "dentro i confini decisi dalla maggioranza".
In un'appassionata riflessione, Notarangelo ha ribadito che l'omofobia non può più essere tollerata in Italia. Ha sottolineato la necessità di una responsabilità collettiva e di un coraggio istituzionale per combattere queste "zone grigie" dove i diritti non sono garantiti per tutti. Secondo il giornalista, la lotta all'omofobia è la base per una società in cui non esistono cittadini di serie A e di serie B.
La denuncia di Notarangelo ha avuto immediate ripercussioni. L'azienda privata che gestisce il servizio di autobus ha annunciato la non conferma del contratto a termine dell'autista, un gesto che segna una presa di posizione decisa contro il comportamento violento e discriminatorio.
Al giornalista è arrivata anche la solidarietà di Stefano Lo Russo, il sindaco di Torino, che ha definito l'episodio "una ferita ancora aperta" e ha ribadito il dovere delle istituzioni di "combatterla senza ambiguità". Le sue parole, insieme alla decisione dell'azienda, dimostrano che, sebbene l'omofobia sia ancora una realtà, il rifiuto verso di essa sta diventando sempre più forte e diffuso.
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