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Medicina senza test, ma niente boom di iscrizioni

Con il nuovo semestre aperto, scompare il test d’ingresso ma resta la selezione: tre esami nazionali per accedere ai 24mila posti. Intanto, il Ministero segnala pratiche scorrette nei corsi privati

Medicina senza test, ma niente boom di iscrizioni

Dal 1° settembre 2025 prende ufficialmente il via il nuovo modello di accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Il classico test d’ingresso lascia spazio a un semestre aperto, con oltre 53.800 studenti iscritti. La partecipazione è a prevalenza femminile: il 70% degli iscritti sono studentesse. Le università con il maggior afflusso sono La Sapienza di Roma (4.810 iscritti), seguita da Federico II di Napoli (3.140), Bologna (2.635), Padova (2.629) e Torino (2.321).

Tuttavia, nonostante l'assenza del test, nessun boom di iscrizioni: i dati mostrano che il numero di partecipanti ai test di luglio 2024 si è fermato a 56.838, mentre a maggio erano 55.175. Un calo che potrebbe essere legato proprio alla nuova modalità selettiva, che prevede il superamento di tre esami obbligatori alla fine del primo semestre. Una prospettiva che sembra aver scoraggiato una parte dei potenziali candidati. Con il nuovo sistema, la selezione è stata spostata più avanti nel tempo, ma non è stata eliminata. I posti disponibili per proseguire sono poco più di 24.000. Gli studenti dovranno affrontare tre esami nazionali: Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia, ciascuno da 6 crediti formativi. In totale, si dovranno ottenere 18 CFU per essere ammessi alla graduatoria.

Gli esami saranno identici in tutta Italia e si svolgeranno nello stesso giorno, con due appelli fissati: il 20 novembre e il 10 dicembre. Ogni prova sarà composta da 31 domande: 15 a risposta multipla (con una sola risposta corretta tra cinque) e 16 a completamento. Il tempo a disposizione sarà di 45 minuti per ciascun esame. Per entrare in graduatoria nazionale, gli studenti dovranno ottenere almeno 18/30 in ciascuna prova. Chi non raggiungerà la soglia minima non potrà accedere al secondo semestre. Tuttavia, chi supererà i tre esami senza rientrare nei posti disponibili, potrà essere dirottato verso corsi affini. Nel frattempo, gli atenei hanno già strutturato e pubblicizzato la propria offerta formativa attraverso siti web e canali social, con modalità sia in presenza che online. Fanno eccezione realtà come l’Università di Padova, dove le lezioni si terranno esclusivamente da remoto.

L’apertura ha anche favorito il moltiplicarsi di corsi di preparazione privati, alcuni dei quali hanno lanciato campagne pubblicitarie aggressive, promettendo successi quasi garantiti. Il Ministero dell’Università e della Ricerca, guidato da Anna Maria Bernini, ha già segnalato all’Antitrust e alla Procura di Roma diverse pratiche ritenute scorrette e fuorvianti, sottolineando che si tratta di un sistema nuovo, privo di precedenti o dati consolidati su cui basare promesse di efficacia.
Il semestre filtro, alla sua prima applicazione, mette alla prova non solo gli studenti, ma anche l’intero sistema accademico italiano. L’abolizione del test non ha tolto selettività al percorso: l’ostacolo si è semplicemente spostato più avanti — e potrebbe rivelarsi persino più duro da superare.

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