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I dati
31 Agosto 2025 - 12:40
Secondo l’indagine Istat Bambini e Ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri, circa il 34% dei giovani italiani tra gli 11 e i 19 anni ha vissuto almeno un episodio di cyberbullismo. Si tratta di circa 1,7 milioni di adolescenti, con una maggiore incidenza tra i maschi e tra quelli con cittadinanza straniera. Nel 30% dei casi, le aggressioni online sono state accompagnate anche da comportamenti offensivi offline. La principale normativa italiana che tutela i minori da questo fenomeno è la Legge n. 71 del 2017, che stabilisce misure di prevenzione e contrasto al cyberbullismo.
Il cyberbullismo è una forma di bullismo che si manifesta tramite strumenti digitali come social network, chat, email o messaggi, dove insulti, minacce e contenuti umilianti possono essere condivisi e ripetuti nel tempo. Diversamente dagli episodi isolati, i comportamenti reiterati online hanno un impatto reale sulla vittima, spesso più profondo di quello di un’aggressione fisica.
Rispetto al bullismo “classico” in presenza, il cyberbullismo presenta alcune caratteristiche peculiari:
Persistenza: i contenuti digitali restano online a lungo e possono riemergere anche dopo mesi o anni.
Anonimato: chi aggredisce può nascondersi dietro nickname o profili falsi.
Amplificazione: un video o una foto umiliante può diventare virale in poche ore.
Con quasi il 90% dei ragazzi italiani online almeno due ore al giorno, il rischio di imbattersi in questo tipo di aggressione è concreto e crescente.
L’indagine Istat evidenzia che oltre 1,7 milioni di adolescenti tra gli 11 e i 19 anni hanno subito almeno un episodio offensivo online nel 2023, con i maschi che risultano più colpiti delle femmine di circa 7 punti percentuali.
Le forme più diffuse di vessazione digitale sono:
Offese e insulti: 23,5%
Emarginazione sociale: 17,9%
Diffamazione: 8%
Quasi un terzo degli episodi di cyberbullismo si intreccia con il bullismo offline, dimostrando come le due realtà spesso si alimentino reciprocamente. Inoltre, circa il 7,8% degli adolescenti ha subito aggressioni online ripetute, rientrando quindi nella definizione ufficiale di cyberbullismo, con una prevalenza maschile (8,9%) rispetto a quella femminile (6,6%).
Gli adolescenti con cittadinanza straniera risultano più esposti: quasi 4 su 10 hanno vissuto almeno un episodio di cyberbullismo. Tra le comunità più colpite troviamo:
Ucraini: 44,5%
Cinesi e Rumeni: 42,8%
Marocchini: 36,2%
Albanesi: 35,2%
Rumeni e ucraini sono maggiormente a rischio sia online sia offline, mentre albanesi, marocchini e cinesi subiscono più frequentemente aggressioni digitali. Anche qui emerge un divario di genere: tra gli albanesi il 39,5% dei maschi è stato vittima contro il 30,2% delle femmine; tra i ragazzi ucraini predominano gli episodi online (47,8%), mentre tra le femmine i casi più numerosi riguardano le cinesi (41,2%).
Oltre alle statistiche, è importante ricordare che dietro ogni vittima c’è una persona reale. Il cyberbullismo può avere effetti psicologici gravi e duraturi, tra cui isolamento, ansia e calo dell’autostima.
Alcune strategie per affrontarlo includono:
Non rispondere impulsivamente agli attacchi online.
Conservare prove come screenshot o messaggi.
Usare strumenti di blocco e segnalazione sulle piattaforme.
Condividere l’accaduto con un adulto di fiducia.
Fondamentale è anche prevenire: promuovere educazione digitale, empatia e consapevolezza dell’impatto delle proprie azioni online. La rete non dimentica, ma può essere uno strumento per costruire relazioni positive, anziché ferire.
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