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Salute
02 Agosto 2025 - 22:28
Lesioni cutanee sul viso, sulle braccia e sul dorso provocano dolore e disagio fisico, ma il vero impatto più grave dell’acne riguarda la sfera psicologica e sociale. Oggi si parla infatti di “acne shaming” per definire le difficoltà che affrontano le persone affette da questa condizione della pelle: secondo un sondaggio pubblicato sul British Journal of Dermatology, il 60% di chi soffre di acne ha visto diminuire la propria autostima, il 57,1% ha subito insulti verbali e più di due su cinque (44,2%) sono stati vittime di bullismo a causa del loro aspetto cutaneo. Solo una minoranza, il 6,9%, ha dichiarato di non aver risentito negativamente dell’acne nella vita quotidiana.
L’acne rappresenta la patologia infiammatoria della pelle più diffusa e trattata a livello globale. Stando all’American Academy of Dermatology, circa l’85% dei giovani tra i 12 e i 24 anni sperimenta almeno una forma lieve di acne, con quasi 50 milioni di casi annuali solo negli Stati Uniti. Contrariamente a quanto si crede, non si tratta di un problema limitato all’adolescenza: un terzo degli adulti, uomini e donne, ne è colpito, con una maggiore prevalenza nelle donne adulte. Se da un lato le cicatrici sono un effetto frequente, dall’altro è il danno emotivo a lasciare ferite spesso invisibili ma profonde.
Secondo gli esperti, l’acne non va considerata solo un problema estetico: può compromettere profondamente l’autostima, influenzare negativamente le relazioni sociali e peggiorare la qualità della vita. Anche i casi meno gravi, se persistenti e vissuti con disagio, possono favorire l’isolamento, l’ansia e sintomi depressivi. Per questo motivo, intervenire precocemente è essenziale non solo per ridurre le lesioni cutanee, ma anche per tutelare il benessere psicologico complessivo della persona.
I dermatologi evidenziano inoltre l’importanza di trattamenti tempestivi per prevenire cicatrici permanenti e limitare l’impatto emotivo della patologia, soprattutto negli adolescenti. Sebbene le terapie tradizionali – come creme, gel, antibiotici o isotretinoina – siano consolidate, possono avere effetti collaterali o richiedere cicli prolungati, suscitando preoccupazioni nei pazienti e nelle famiglie.
Tra le novità, si sta affermando l’utilizzo di un laser chiamato Accure, messo a punto in Italia. Il trattamento prevede in genere quattro sedute mensili di circa 40 minuti e ha dimostrato risultati significativi: una riduzione del 79% delle lesioni infiammatorie, che può arrivare all’88% a due anni dal ciclo terapeutico.
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