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04 Settembre 2025 - 15:00
Il 15% delle donne incinte consuma alcol. Spesso però inconsapevolmente, se non si è a conoscenza della gravidanza
I disturbi dello spettro feto-alcolico (FASD) rappresentano la principale causa di disabilità intellettiva nei bambini dei paesi ad alto tenore economico. Ogni anno, circa 120.000 neonati nel mondo sono destinati a sviluppare questi disturbi, di cui quasi 2.500 in Italia. La sindrome feto-alcolica, che fa parte di questo spettro, si caratterizza per malformazioni facciali, microcefalia, deficit di crescita e ritardi neuropsicomotori. La buona notizia è che tali disturbi sono completamente prevenibili evitando l’assunzione di alcol durante la gravidanza.
Nonostante la possibilità di prevenire questa condizione, spesso si continua a consumare alcol durante la gravidanza, erroneamente convinti che un consumo limitato di vino, birra o superalcolici non possa danneggiare il feto. Un'indagine condotta nel 2020 ha evidenziato che il 66% delle donne in età fertile ha consumato alcol, con un aumento del binge drinking tra i giovani e una notevole percentuale di gravidanze non pianificate. Quest'ultima condizione aumenta il rischio di esposizione involontaria del feto a sostanze alcoliche.
Le statistiche confermano che, nonostante gli sforzi per sensibilizzare l'opinione pubblica, il consumo di alcol in gravidanza rimane un problema diffuso. Secondo i dati del Sistema di Sorveglianza Bambini 0-2 anni, il 15% delle donne in gravidanza consuma alcol, con una prevalenza maggiore nelle regioni del Centro-Nord. Inoltre, l'assunzione di alcol durante l'allattamento è una pratica che coinvolge circa il 18% delle madri, con tassi più elevati in Toscana e Emilia-Romagna.
Per affrontare questo problema e monitorare meglio la situazione, il Ministero della Salute ha recentemente finanziato un progetto biennale con l'Istituto Superiore di Sanità, focalizzandosi sul monitoraggio del consumo di alcol in gravidanza, in particolare tra le donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Questa iniziativa punta a raccogliere dati precisi e ad aumentare la consapevolezza sui rischi legati al consumo di alcol durante la gravidanza, contribuendo alla prevenzione dei disturbi dello spettro feto-alcolico.
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