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Cronaca

Torino: Barriera di Milano e la trap come identità di quartiere

Uno studio del Politecnico analizza la musica delle periferie tra esclusione e radicamento

Torino: Barriera di Milano e la trap come identità di quartiere

Barriera di Milano

A Barriera di Milano la trap non è solo musica, ma strumento di appartenenza e resistenza. È quanto emerge da una ricerca condotta dal professor Carlo Salone e dal ricercatore Federico Panzuto del Politecnico di Torino, che hanno studiato il legame tra i giovani del quartiere e un genere spesso raccontato solo attraverso le cronache giudiziarie.

La ricerca, dal titolo «Siamo in Italia, con la tuta del Paris. Torino, Barriera: la trap tra esclusione e radicamento», mostra come questa forma d’arte rappresenti un linguaggio identitario, capace di unire i ragazzi di periferia a realtà simili come San Siro a Milano, Saint-Denis a Parigi e Molenbeek a Bruxelles.

I testi dei trapper raccontano discriminazioni multiple: vivere in un quartiere percepito come degradato ed essere figli di migranti. Da qui il bisogno di un senso di comunità che si riflette nelle liriche, spesso ibride tra italiano, francese e arabo. Immagini e termini d’oltralpe ricorrono con frequenza, richiamando un immaginario culturale transnazionale che aspira al riscatto sociale.

Secondo Salone, Barriera non può essere ridotta a semplice periferia torinese né paragonata a una banlieue francese. 

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