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Economia & Finanza
17 Settembre 2025 - 19:30
Exor ha presentato la semestrale 2025 con una lettera agli azionisti firmata dal ceo John Elkann, che fotografa un semestre "complesso" ma in netta ripresa. Nonostante dazi e incertezze regolatorie abbiano reso difficile l’avvio dell’anno, la holding della famiglia Agnelli ha registrato risultati positivi e nuove operazioni destinate a ridisegnare il portafoglio. Quindi, a conti fatti, la politica dello spezzatino - ossia monetizzando vendendo asset come Iveco e azioni di Ferrari - rende molto più della produzione di auto.
Nel primo semestre, il Net Asset Value per azione è salito dell’1%, superando di cinque punti l’indice MSCI World. Un progresso sostenuto anche da un buyback da 1 miliardo di euro, realizzato a sconto del 50% rispetto al NAV, che ha rafforzato il valore per gli azionisti.
Un capitolo centrale riguarda Ferrari: la crescita del Cavallino aveva portato il suo peso a quasi metà del NAV di Exor. A febbraio è arrivata la monetizzazione di 3 miliardi di euro di partecipazione, con un ritorno pari a undici volte l’investimento, pur mantenendo il 20% dei diritti economici. Elkann ha ribadito la fiducia assoluta in Ferrari, in vista del capital markets day di ottobre e del lancio del primo modello full electric, destinato a rappresentare lo spirito innovativo del marchio.
Accanto a Ferrari, Exor ha alzato la quota in Philips fino al 19%, puntando sul potenziale di lungo periodo, mentre CNH ha presentato il piano industriale 2030 per consolidarsi tra i leader mondiali dell’agricolo.
Anche Stellantis è stata al centro delle novità: a maggio la nomina di Antonio Filosa come nuovo ceo. "Sono fiducioso - ha detto Elkann - che guiderà Stellantis in una trasformazione di successo".
Dal punto di vista finanziario, i primi sei mesi hanno generato flussi di cassa per 4,1 miliardi di euro, pari al 25% della capitalizzazione di mercato. Oltre alla dismissione parziale di Ferrari, sono arrivati 0,6 miliardi dalle vendite di asset nel settore riassicurativo e altri 0,6 miliardi dai dividendi delle controllate.
A luglio Exor ha sostenuto l’operazione di Tata Motors per l’acquisto di Iveco Group, che insieme alla cessione del ramo difesa a Leonardo dovrebbe garantire 1,5 miliardi di incassi nel 2026. "Tata Motors - le parole di Elkann - è ben posizionata per far crescere il business ed è impegnata a supportare la strategia di lungo termine di Iveco. Nel momento in cui Iveco Group celebra il suo 50° anniversario, il suo futuro appare molto promettente".
Infine settembre ha segnato l’IPO di Via, la società di mobilità tecnologica sostenuta da Exor dal 2020. Con un investimento di circa 0,5 miliardi di dollari, la holding è oggi il maggiore azionista, a conferma di una scommessa compiuta persino nei mesi difficili del Covid.
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