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19 Settembre 2025 - 13:35
Aumentano i casi legati a violenze tra minori, soprattutto in contesti digitali. Nel biennio 2023-2024, secondo i dati diffusi dalla polizia locale di Torino, le segnalazioni per allarme sociale minorile sono salite da 675 a 714, con una crescita del 6%. In particolare, risultano in aumento gli episodi di bullismo (+7 casi, da 48 a 55), atti persecutori (+5, da 10 a 15), ma anche i percorsi di giustizia riparativa, passati da 3 a 11, con un totale di 33 minori coinvolti. Numeri che parlano di un fenomeno in crescita e che richiedono una risposta non solo repressiva, ma anche educativa. È in questo contesto che si inserisce il protocollo “Ricomincio”, prorogato per altri due anni tra la Città di Torino, la Procura dei Minorenni e la Fondazione Carolina, con il contributo operativo della polizia locale. Un modello di intervento preventivo che punta su giustizia riparativa, educazione digitale e supporto diretto alle vittime. A illustrare i contenuti del protocollo, durante un incontro organizzato dal Lions Club di Pino Torinese, è stato l’assessore comunale alla sicurezza e alla cyber security Marco Porcedda. «Il nostro obiettivo è lavorare con i più giovani, le fasce più vulnerabili – ha spiegato –. Non si tratta di demonizzare la rete, ma di fornire strumenti per un uso consapevole. Solo l’educazione può prevenire le derive violente o devianti. La repressione da sola non basta». Il progetto prevede una formazione sistematica nelle scuole, in particolare per intercettare fenomeni di bullismo, cyberbullismo e disagio giovanile. L’intervento della polizia locale è stato potenziato anche sul fronte educativo: nell’ultimo anno si è passati da 281 a 320 classi coinvolte, pari a oltre 7.250 studenti. Le attività mirate al contrasto del disagio hanno invece raggiunto 4.229 alunni, rispetto ai 3.751 dell’anno precedente. Il focus è sempre più orientato alla prevenzione digitale. Se in passato gli interventi della polizia locale nelle scuole si limitavano all’educazione stradale, oggi l’attenzione è rivolta anche alla sicurezza in rete, ai pericoli della diffusione incontrollata di contenuti, e all’uso improprio di sostanze. «La scuola – ha aggiunto Porcedda – deve restare un presidio di legalità, ma anche un luogo dove si costruisce la cittadinanza digitale. Gli strumenti non vanno vietati, ma compresi. E i ragazzi, accompagnati». I nuovi corsi nelle scuole torinesi partiranno nei primi mesi del 2026, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente il numero delle classi coinvolte.
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