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IL PROCESSO

Karateka alla sbarra per maltrattamenti «La sua ex mi chiese di testimoniare e di dire che l'aveva colpita»

E' iniziato il processo a carico di Cristian Arlotti. In aula parla l'amica della presunta vittima

Karateka alla sbarra per maltrattamenti «La sua ex mi chiese di testimoniare e di dire che l'aveva colpita»

Cristian Arlotti

«Sono sempre stata vicina alla mia amica durante la separazione dall’ex, poi però ho smesso di frequentarla perché ho scoperto cose che mi hanno fatto dubitare di lei. Lui, invece, ogni tanto lo vedevo ancora. Per esempio, l’ho invitato alla mia festa di compleanno». Parole che pesano, quelle dell’ex migliore amica della ragazza che ha denunciato Cristian Arlotti, campione di karate di 28 anni, oggi sotto processo per presunti maltrattamenti. E mentre quella che era la sua più cara amica parla, l’ex di Arlotti sbuffa. Tanto che il giudice l’ammonisce. O la smette, o si troverà a doverla allontanare dall’aula.


«Diceva che voleva fargliela pagare – ha aggiunto la testimone –, mi ha chiesto di testimoniare anche su fatti di cui non ero stata testimone. Come quella volta in cui lei disse di essere stata colpita da lui in discoteca». Dalle parole emergono i contorni di una relazione tossica, segnata da gelosia, tensioni e continue rotture. Arlotti e la sua ex avevano convissuto fino a poco tempo prima della denuncia. Lei, secondo il suo racconto, si sarebbe recata a casa sua, in via Genova, una notte dopo la separazione, per recuperare alcuni effetti personali. Ma secondo altri, quel giorno sapeva bene che lui si trovava con altre donne e infatti così era. Il clima tra i due è incerto e la ricostruzione dei fatti resta confusa. Lei dovrebbe aver aperto la porta con un doppione delle chiavi in suo possesso e di essere stata aggredita da Arlotti, che le avrebbe messo le mani addosso. Lui nega, affermando di aver cercato solo di allontanarla.
La vicenda ha travolto anche la sfera pubblica, coinvolgendo il padre di Arlotti, Paolo, consigliere comunale a Nichelino, finito al centro di pressioni politiche dopo che il caso ha preso risonanza. Dimessosi, ancora prima di una sentenza. Perchè il caso Arlotti non ha pesato solo sul giovane e sulla sua famiglia: è stato un vero e proprio strumento atto a colpire diversi rappresentanti istituzionali nichelinesi.
Ad oggi, cosa sia realmente accaduto quella notte non è ancora chiaro. La prossima udienza è fissata per il 22 ottobre.

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