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Il fatto
24 Settembre 2025 - 10:20
Negli ultimi mesi, diverse città italiane stanno registrando un aumento di segnalazioni riguardanti multe fasulle: Firenze, Catania e Pisa sono tra le più colpite. Automobilisti ignari trovano sul parabrezza dell’auto o nella propria cassetta postale avvisi che sembrano ufficiali, completi di numero di verbale, articolo del Codice della strada, targa, nome dell’agente e persino QR code per il pagamento. Dietro a questa apparente autenticità, però, si nasconde un tentativo di truffa ideato per sottrarre denaro per infrazioni inesistenti.
I truffatori curano con grande attenzione i dettagli grafici e linguistici, rendendo difficile distinguere una falsa multa da una autentica. Tuttavia, alcuni segnali permettono di individuare la truffa:
Simboli ufficiali alterati o copiati male: loghi e stemmi del Comune possono apparire distorti o presenti dove normalmente non dovrebbero essere.
Errori di scrittura e refusi: parole come “dispozitivo” al posto di “dispositivo” possono tradire la falsità del documento.
Caratteri tipografici non standard: i font spesso differiscono da quelli utilizzati nei verbali veri.
Indicazioni di pagamento sospette: le false multe spesso invitano a versare l’importo entro 15 giorni, mentre quelle autentiche offrono lo sconto solo entro 5 giorni dall’emissione.
Anche il QR code è un elemento da controllare con attenzione: mentre quello ufficiale conduce sempre a PagoPA e può essere letto tramite l’app IO, il codice dei falsi verbali apre pagine web non istituzionali o link a conti bancari privati.
Le associazioni dei consumatori raccomandano prudenza: non fidarsi immediatamente delle informazioni contenute nel presunto verbale e verificare direttamente con gli uffici del Comune o della polizia municipale. Controllare la coerenza dei dati riportati, dalla targa alla data dell’infrazione, è fondamentale.
Questo fenomeno non è isolato: negli ultimi anni le truffe si sono evolute dal digitale all’offline. E-mail e messaggi ingannevoli che simulavano comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate o del tribunale hanno preceduto l’attuale ondata di falsi avvisi stradali. In alcuni casi, i truffatori hanno cercato di diffondere malware tramite link o allegati.
Un esempio recente all’estero riguarda la Svizzera, dove falsi avvisi postali spingevano a scaricare app tramite QR code per presunti servizi meteorologici. In Italia, analoghi raggiri avevano già preso di mira i parcheggi a pagamento con QR code falsi.
Esaminare attentamente ogni comunicazione sospetta, anche se sembra “ufficiale”.
Confrontare i dati riportati con quelli presenti nei registri ufficiali.
Contattare direttamente l’ente emittente per verificare l’autenticità del verbale.
Seguendo questi accorgimenti, è possibile proteggersi da un fenomeno che dimostra come le truffe stiano evolvendo e sfruttando sempre di più la somiglianza con i documenti ufficiali per ingannare i cittadini.
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