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Il caso

Droga nei locker, soldi all’estero: così i pusher spedivano eroina e LSD come fossero pacchi Amazon

Un uomo di 26 anni è finito agli arresti domiciliari. Un altro, destinatario di un’ordinanza di carcerazione, è al momento irreperibile

Droga nei locker, soldi all’estero: così i pusher spedivano eroina e LSD come fossero pacchi Amazon

Un sistema raffinato, quasi industriale, ma basato su mezzi ordinari: locker, pacchi spediti con corriere, casse bluetooth e francobolli. La droga viaggiava così, nascosta dentro oggetti di uso quotidiano, spedita in giro per l’Italia da mittenti fittizi, depositata in armadietti automatici e recuperata da complici o da clienti. I carabinieri di Poirino, in un’inchiesta coordinata dalla Procura di Asti, hanno ricostruito tutto: la rete, i movimenti, i nomi. Un uomo di 26 anni è finito agli arresti domiciliari. Un altro, destinatario di un’ordinanza di carcerazione, è al momento irreperibile. L’indagine è partita da un plico sospetto, partito proprio da Poirino, intercettato durante il trasporto. Da lì i militari, insieme al Reparto operativo di Torino e agli specialisti del Comando antifalsificazione monetaria di Roma, hanno seguito le tracce. La droga — cocaina, eroina, LSD, hashish — viaggiava ovunque. I locker venivano usati come deposito, ma erano ignari anche loro, come i corrieri. Più di sessanta le spedizioni documentate. La merce era nascosta ovunque: nei tubetti di fondotinta, nei dispositivi elettronici, perfino nei francobolli. I proventi? Dirottati su conti esteri, oppure svuotati con prelievi frazionati da carte intestate a prestanome. Durante le perquisizioni, due gemelli italiani di 24 anni sono stati arrestati in flagranza, per detenzione ai fini di spaccio. Altre sei persone sono state denunciate. Una rete che si muoveva nell’ombra, ma con logiche da logistica. La droga, intanto, viaggiava puntuale.

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