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Studio Pulse: la Tac di controllo riduce gli infarti, non la mortalità

I risultati, pubblicati sul Journal of the American College of Cardiology, mostrano che la Tac di follow-up non modifica i tassi di mortalità

Studio Pulse

La Tac di controllo riduce gli infarti, non la mortalità

Al Congresso Europeo di Cardiologia di Madrid è stato presentato lo studio Pulse, un’analisi multicentrica che ha valutato l’efficacia della Tac coronarica di controllo nei pazienti sottoposti a stent nel tronco comune coronarico. I risultati, pubblicati sul Journal of the American College of Cardiology (JACC), mostrano che la Tac di follow-up non modifica i tassi di mortalità, ma riduce in modo significativo il rischio di infarto miocardico nei 18 mesi successivi rispetto al solo monitoraggio clinico dei sintomi.

Lo studio ha coinvolto 600 pazienti trattati con angioplastica e stent nel tronco comune, una delle aree coronariche più critiche. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno seguito con il tradizionale controllo clinico basato sui sintomi, l’altro con Tac coronarica di routine. Dal confronto è emerso che, pur senza incidere sulla sopravvivenza, la Tac riduce gli eventi ischemici maggiori nel breve-medio periodo.

Pulse è stato finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dalla Cardiologia universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino, diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari. Hanno partecipato quindici centri italiani e internazionali, tra cui l’ospedale San Luigi di Orbassano, l’Università di Ferrara e, in Piemonte, gli ospedali Giovanni Bosco, Maria Vittoria e Rivoli con i rispettivi istituti di Radiologia. La presentazione a Madrid è stata affidata al dottor Ovidio De Filippo, con il commento del professor Gregg Stone di New York, specialista di cardiologia interventistica.

I dati evidenziano un potenziale utilizzo della Tac coronarica come strumento di prevenzione secondaria, utile per monitorare meglio lo stato degli stent in un distretto ad alto rischio. Tuttavia, la sua applicazione richiederà una valutazione caso per caso, tenendo conto delle condizioni cliniche individuali e dei percorsi condivisi tra i centri coinvolti.

Lo studio rappresenta un contributo rilevante alla gestione del follow-up post-angioplastica, fornendo dati concreti che potranno orientare le scelte terapeutiche future in un ambito clinico complesso come quello del tronco comune coronarico.

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