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05 Ottobre 2025 - 08:30
Le barche della Global Sumud Flotilla
Nella tarda serata di ieri sono rientrati in Italia altri 26 partecipanti alla Global Sumud Flotilla. Diciotto di loro sono atterrati verso le 23.30 all’aeroporto di Roma Fiumicino, con un volo della Turkish Airlines partito da Istanbul dopo il rilascio da parte delle autorità israeliane.
Il gruppo, dopo essersi imbarcato su un volo charter partito da Eilat alle 13:40 (le 12:40 in Italia), è stato assistito dal Consolato Generale d’Italia in Turchia e trasferito su due voli per il rimpatrio, uno diretto a Roma e l’altro a Milano. Per altri quindici italiani che non hanno firmato il foglio di rilascio volontario si dovrà attendere l’espulsione per via giudiziaria, prevista nei prossimi giorni.
“Siamo stati trattati malissimo, come trattano loro i terroristi”, hanno raccontato. Ad accogliere il gruppo a Fiumicino, cori, applausi e bandiere della Palestina e della Cub Trasporti. Oltre duecento persone, tra familiari, amici e colleghi, hanno abbracciato gli attivisti e i giornalisti rientrati, in lacrime di commozione.
“All’inizio, quando siamo stati intercettati, non sono stati molto pesanti perché dovevamo, secondo loro, collaborare per portare la barca in porto. Siamo rimasti inerti, non ci hanno usato violenza. Dall’esercito siamo passati alla polizia. Ci sono state delle angherie. Ci hanno trattato come trattano loro i terroristi e i palestinesi”, ha raccontato Cesare Tofani. “Il console italiano è stato con noi 15 minuti in una cella e ci ha assistito per quanto poteva fare”.
Paolo De Montis ha spiegato: “Siamo esausti. Ciò che ci ha massacrato sono state le ore nelle carceri israeliane e il tragitto per arrivarci: lì abbiamo veramente capito quello che possono aver fatto ai palestinesi. Le donne erano in 15 in una cella da 4; noi eravamo in 10 in una da 7, con un solo rotolo di carta igienica, senza acqua e con il cibo mangiato per terra”.
“Bisogna continuare a lottare: in questo momento è importantissimo proseguire a farlo per i nostri compagni che sono ancora lì; dobbiamo riportarli a casa assolutamente, è la priorità”, ha detto Michele Saponara.
Saverio Tommasi ha raccontato che “hanno tolto le medicine a tutti, a persone cardiopatiche, ad asmatici e a un signore di 86 anni al quale è stata tolta la bomboletta per l’asma. L’acqua era quella del rubinetto del bagno, calda e con un sapore rancido. Il cibo era scarso. Mi avevano strappato letteralmente le fedi: ho dovuto litigare con il giudice e solo grazie a questo mi sono state ridate quando sono arrivato a Istanbul con l’aereo”.
Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha spiegato: “Altri 15 attivisti rimarranno ancora per due o tre giorni in Israele perché non hanno voluto firmare la liberatoria e quindi dovranno essere giudicati. Credo che all’inizio della prossima settimana torneranno in Italia anche loro”.
“Stanno tutti bene, c’è stata la visita consolare e abbiamo chiesto alle autorità israeliane di rispettare tutti i diritti degli italiani che sono lì in stato di fermo”, ha aggiunto. “È importante che ci sia anche un trattamento individuale non violento e che siano rispettati tutti i loro diritti”.
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