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Global Sumud Flotilla
03 Ottobre 2025 - 20:14
Provati, lasciati senza acqua e cibo. Sentiti in assenza di avvocati. Sono queste, secondo i legali degli attivisti della Global Sumud Flotilla, alcune delle violazioni subite dai propri assistiti. L’iniziativa era «naufragata» metaforicamente nella serata di mercoledì, quando erano iniziate le operazioni di abbordaggio da parte delle autorità israeliane.
Sani e salvi a Roma
E questo pomeriggio, sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino i quattro parlamentari a bordo della Flotilla, di cui Israele ha decretato l’espulsione.
Si tratta del senatore M5S Marco Croatti, dell’eurodeputata Annalisa Corrado e del deputato Arturo Scotto (entrambi Pd) e infine dell’eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, fermati mentre si avvicinavano alla costa di Gaza con le navi della missione umanitaria. «Insistiamo per la liberazione di tutti gli attivisti», ha detto la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che tra abbracci e baci ha accolto i parlamentari all’atterraggio insieme al verde Angelo Bonelli e al senatore M5S Stefano Patuanelli. «Stanno tutti bene, non c’è stato maltrattamento», ha assicurato l’ambasciatore italiano a Tel Aviv Luca Ferrari. Gli attivisti della Flotilla ancora bloccati dalle forze israeliane, invece, stando alle ultime note della Farnesina, potrebbero essere rimpatriati su loro richiesta, oppure rimanere detenuti presso la prigione di Ashdod (secondo la legge di Israele per 72 ore), per essere comunque espulsi.
«Non portavano cibo»
Intanto scoppia la polemica dopo le accuse dell’ambasciatore israeliano a Roma Jonathan Peled. «Sulle barche non abbiamo trovato nessun aiuto alimentare», avrebbe dichiarato, dando manforte alle parole del ministro israeliano alla Sicurezza Ben-Gvir, che ha accusato gli attivisti di essere dei terroristi. La replica della portavoce italiana, la torinese Maria Elena Delia: «Accuse senza fondamento».
La «contro-Flotilla»
Una «seconda ondata» di barche è invece partita quest'oggi, salpando dai porti di Otranto e Catania. A bordo circa 100 «nuovi» attivisti, tra medici, infermieri e giornalisti provenienti da 25 paesi. La missione nasce dallo sforzo di due diverse organizzazioni: Freedom Flotilla, che mette in campo due mini-velieri, Al Awda e Ghassan Kanafani. L’altra, Thousand Madleen, mette in mare otto barche. Infine la Conscience, vittima a maggio di un attacco di un drone al largo di Malta, rimessa in sesto e di nuovo in mare ufficialmente da ieri. Medesimo obiettivo: rompere il blocco navale di Israele e portare gli aiuti.
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