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Il Borghese

Ecco perché (a Torino) John Elkann non gioca in casa

Bagno di sangue per la Ferrari in Borsa (-15,4%) e aumentano i rumors sulla vendita dei giornali di famiglia

Ferrari rosso-sangue (-15,4%) in Borsa dopo le parole di Elkann

John Elkann ha preso la palla al centro del Capital Markets Day, a Maranello, e l’ha giocata in verticale. “Che sia ben chiaro: questa per me è una questione personale. mi impegno in qualità di presidente, di azionista di maggioranza, e soprattutto nel nome di una passione che per me dura da tutta una vita: quella per Ferrari”. Ma a fine giornata, il titolo della Ferrari lascia in Borsa un sanguinoso -15,41% (a New York -12%) dopo essere stata addirittura sospesa per eccesso di ribasso. Peggio di Vasseur...

Elkann ha svelato i primi dettagli della futura Ferrari full electric che arriverà nel 2026, una quattroposti (simile a un suv, si teme) da mille cavalli, e ha tracciato i conti della Rossa. A cominciare dai target 2025: ricavi attesi per 7,1 miliardi di euro, l’Ebitda a 2,72 miliardi pari a un margine del 38,3%. E poi il piano industriale 2026-2030: si punta a raggiungere ricavi netti di circa 9 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuale composto di circa il 5%, grazie principalmente al mix prodotto e alle personalizzazioni. E la formula 40-40-20: ossia solo il 20% della gamma sarà elettrica (era previsto il 40%), il resto equamente diviso fra ibrido e motori endotermici tradizionali. Perché bene innovare, ma una Ferrari è una Ferrari...

I mercati hanno però visto in questo una frenata, evidentemente, un ritornare indietro rispetto ai progetti. Per quanto la Rossa sia il gioiello della corona, non può avere una strategia che per il resto dell’automotive è stata suicida. Citofonare Stellantis, nel caso.

Dove, nel frattempo, è partita la rivoluzione del leadership team del ceo Antonio Filosa, il quale ha chiamato o richiamato a sé una serie di "Marchionne boys" come lui. Dunque, Emanuele Cappellano è il nuovo capo di Europe Enlarged, la divisione europea delle attività del gruppo, con sede a Torino. Prende il posto di Jean Philippe Imparato, l'uomo del Piano per l'Italia, con investimenti per (soli) due miliardi e su cui ci si aspetta lumi al più presto, magari già nell'incontro del 20 ottobre, proprio a Mirafiori, con le rappresentanze sindacali.

Perché se John Elkann gioca da galvanizzatore a Maranello, a Torino il tifo non è propriamente alle stelle. Soprattutto quando le informazioni sono contrastanti e i rumors si sprecano anche sulla proprietà dei giornali di famiglia del gruppo Gedi, che sarebbero in vendita (anzi, c'è chi vede già l'affare fatto). Da queste parti, Elkann non gioca in casa...

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